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Sono una donna, ma allo sbarco in Normandia non mi presenterò con i fiori

Varrebbe la pena ricordare, Costituzione italiana alla mano, che le uniformi assolvono al dovere della Difesa nazionale, non alla proclamazione di guerre imperialiste, e la Costituzione non è una pezza di stoffa che possiamo metterci addosso solo quando ci fa comodo

Pubblicato:14-04-2021 14:36
Ultimo aggiornamento:14-04-2021 15:00
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emanuela del re operazio
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del re albania

ROMA – “La mia vita è costellata da incontri con uomini e donne in divisa militare italiana, nel nostro Paese e nel mondo. Ricordo le mie ricerche nelle zone remote dell’Albania nel 1991/92 subito dopo la caduta del regime, con l’Operazione Pellicano che distribuiva aiuti alimentari a una popolazione allo stremo permettendole di uscire dall’emergenza. L’aiuto al Paese delle Aquile che è continuato anche durante la crisi del 1997 con la nostra partecipazione alla Operazione Alba che mi protesse durante l’osservazione elettorale”. A scrivere questo post è la ex vice ministra degli Esteri, Emanuela del Re, che aderisce con queste parole all’onda che invade i social in questi giorni di uomini e donne in uniforme che hanno deciso di rispondere alla “paura delle divise” di cui ha parlato la scrittrice Murgia, pubblicando foto del proprio operato in divisa. È una donna quindi, non un uomo. Qualcuno dirà ‘poco emancipata’. Varrebbe la pena ricordare, Costituzione italiana alla mano, che le uniformi assolvono al dovere della Difesa nazionale, non alla proclamazione di guerre imperialiste, e la Costituzione non è una pezza di stoffa che possiamo metterci addosso solo quando ci fa comodo.

Mi pare poi che questa ermeneutica che associa la guerra ai maschi e la protesta pacifica alle donne sia retaggio di uno stereotipo odioso, forse il più antico, per cui le donne angeliche sono state comodamente fatte fuori dai tavoli della politica terrena. E la terra è fango, la politica è il tema del potere. Non si può nascondere il tema del male che è la grande questione esistenziale degli esseri umani edulcorando il reale perché vogliamo sognare e basta. La differenza radicale di una donna da un uomo non sta certamente nell’attribuzione di una morale buona per l’una, anzi celestiale, e di quella cattiva, bellicosa e odiosa per l’altro. Se un nemico, un aggressore attenterà al mio corpo, alla mia vita, alla vita dei miei cari, io mi difenderò. E se qualcuno in nome dello Stato, uomo o donna – ricordo che da 20 anni le donne sono nelle Forze Armate – lo farà per me sarò grata. E allo sbarco in Normandia non mi presenterò con un mazzo di fiori.


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