ROMA – Tornare sui banchi di scuola? Solo con il rischio zero e quindi con la situazione precedente all’epidemia. Sia se si parli dell’anno scolastico ancora in corso, sia se la prospettiva venga spostata a settembre. E’ l’opinione del presidente dell’Associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, che durante un’intervista all’Agenzia Dire ha definito “impraticabili” alcune soluzioni emerse in questi giorni: “Parlare di metà classi o turni doppi ha poco senso. La scuola è il luogo naturale per l’assembramento– ha detto il presidente Anp- è una cosa che non possiamo evitare. Anche se tenessimo a casa due terzi dell’intera popolazione scolastica. Il format sono comunque le classi e sono formate da 20-25-30 alunni, di ogni età, è impossibile farli stare fermi al loro posto per rispettare la distanza di un metro. L’assembramento si verrebbe a creare durante le fasi di ingresso e di uscita dall’aula, durante la ricreazione, le pause e via dicendo”.
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Per questo, per la scuola non valgono le stesse soluzioni che si sta pensando di mettere in atto per le aziende, con rientri graduali sul posto di lavoro: “Ipotizzare uno scenario simile- ha aggiunto Giannelli- è molto semplicistico. La scuola è intrinsecamente diversa da tutti gli altri settori“. E ancora, “Le scuole sono i luoghi da manuale per diffondere il contagio e i medici lo sanno benissimo”.
Quindi didattica a distanza fino all’arrivo del vaccino? In merito il presidente Anp si è mostrato più ottimista: “Io credo che si possa arrivare a un punto in cui i malati caleranno del tutto fino a scomparire. Se la malattia si rivelasse essere stagionale è evidente che potrebbe tornare, questo significa che per qualche mese potremmo frequentare la didattica in presenza per poi ricominciare con quella a distanza“.
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L’importante tuttavia, “è farsi trovare pronti. Non è più possibile infatti pensare che ci siano ancora italiani che non sono provvisti di connessione in casa. Internet ormai è un diritto sociale, è l’accesso alla cultura. Le famiglie meno abbienti devono poter disporre della connessione gratuita e dei dispositivi come tablet o pc e i tutti docenti devono essere messi nella condizione di poter svolgere la didattica a distanza nel migliore dei modi. Abbiamo 4 mesi e mezzo di tempo per farlo“.
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