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Coronavirus, l’epidemiologo: “Con turismo locale spiagge gestibili, possibili gite in famiglia”

Gite in famiglia in montagna o al mare, e spostamenti solo all'interno della regione: ecco la ricetta dell'epidemiologo Pier Luigi Lopalco per un'estate possibile e sicura

Pubblicato:14-04-2020 10:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:08

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ROMA – “Sono figlio del ‘Baby Boom’ e ricordo che quando andavo al mare lo spazio c’era, perché era solo turismo locale e non ci si spostava. In questa situazione, probabilmente gli stranieri non arriveranno e lo spostamento da regione a regione in Italia sarà molto limitato. Se pensiamo ad un turismo prettamente locale, quindi, credo che le spiagge saranno gestibili”. È questa la ricetta da seguire per un’estate sicura e per permettere al comparto balneare di riaprire, secondo l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che è anche consulente della Regione Puglia per la gestione dell’epidemia da Covid-19.

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POSSIBILI GITE IN FAMIGLIA IN MONTAGNA O AL MARE

Il presidente della fondazione del Patto Trasversale per la Scienza, intervenuto ai microfoni di Radio24, aggiunge: “L’importante è mantenere distanze ed evitare assembramenti, fare più attenzione nei luoghi di incontro, come nei bar, immaginando magari ingressi scaglionati“. La speranza è “che questa estate la situazione epidemiologica si sia tranquillizzata- prosegue il medico- in genere l’estate in sé rallenta la corsa dei virus, perché si vive all’aperto. Probabilmente in quel momento lo stare a casa non sarà così tanto stringente e consigliato- aggiunge- proprio perché se un nucleo familiare si trova all’aperto, distante da altri nuclei familiari, potrà vivere una giornata in campagna, nei boschi, in montagna o anche al mare”.


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NO ALLA RIPRESA DEL CAMPIONATO

Invece sulla possibilità di far ripartire il campionato di calcio, Lopalco si mostra piuttosto scettico: “Gli stadi non si possono riempire, i grossi assembramenti saranno gli ultimi a ripartire. Per fare una partita di calcio a stadio chiuso bisognerà garantire la salute dei giocatori e di tutto lo staff che ruota intorno a calciatori. La vedo difficile- ammette l’epidemiologo- il calcio è un gioco che prevede contatto fisico e all’inizio dell’epidemia tanti calciatori sono risultati positivi”.

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