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Renzi: siamo in condizione di chiudere sull’Italicum

Ma da parte della minoranza Dem e da Forza Italia arriva un no

Pubblicato:14-04-2015 14:18
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:15

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aula montecitorio battagliaLa riforma elettorale è ad un passo dall’essere approvata. Ne è convinto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che oggi ne ha parlato in questo modo: “Sull’Italicum e le riforme finalmente vediamo la fine. Si discute da 20 anni. Ora basta si decide, a un certo punto si devono fare le cose. Non possiamo rimanere come al Monopoli torna a vicolo Corto senza passare dal via. Noi si decide, noi siamo in condizione di chiudere la partita”.

“Per me spazi di modifica dell’italicum non ci sono. Domani si vota. Ci si divide, se ci sono gli estremi. Dopo di che il problema è: cosa succede in aula?- ha aggiunto anche il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, interpellato dall’agenzia Dire- Secondo me in aula tutti sono tenuti a votare come decide il gruppo domani sera. E io credo che non ci sono spazi di modifica dell’italicum. Perché se torna al Senato, la legge elettorale è morta. Ed è esposta alle richieste più disparate”.

Giachetti ricorda il voto sulla mozione Mattarellum. “Quando io ho presentato la mozione- ha aggiunto- è accaduto proprio questo. I sessanta firmatari della mozione hanno votato contro perché lo aveva deciso il gruppo. E solo io ho votato a favore perché avevo presentato il testo”, spiega Giachetti. “Non è un dramma, ci si puo’ dividere nel gruppo, ma si decide a maggioranza”.


A chi gli ricorda che le minoranze chiedono un patto che coinvolga anche il ddl costituzionale, Giachetti taglia corto: “Allora: l’italicum non si tocca. Quanto alle riforme costituzionali, non so se ci siano possibilita’ di modifica. Ma anche in questo caso deve essere chiara una cosa: se si modifica il ddl costituzionale se ne vanno altri sei mesi. E non saremo in grado di votare la riforma entro il 2015, come dice il Def”.

“Sarà una sconfitta per tutti, altro che ‘battaglia finale- ha invece scritto sul suo blog Pippo Civati, deputato della minoranza del Pd– Il Corriere ipotizza che il governo sottoporrà al Parlamento tre voti di fiducia. Il Pd si prepara alla conta. Non so come andrà la votazione dell’Italicum.  So che non lo voterò, che se metteranno tre volte la fiducia (prima che il gallo canti) non darò il mio assenso”.

“So che lo dico ora e che mi sembra inutile discuterne ancora- ha aggiunto Civati- le minoranze, anche quelle che stanno in maggioranza, hanno chiesto due cambiamenti, il governo ha detto: no. La discussione c’è già stata. So che mi sembra tutto folle e che perderanno tutti, anche chi è convinto di vincere a qualsiasi costo (Cadmo o Pirro). So che la spaccatura politica c’è già. So che non ho bisogno del voto segreto – che comunque alla fine ci sarà – per dire come la penso: in questi due anni, ho sempre dichiarato i voti segreti. So che il sistema elettorale è pessimo ma non sembra importare granché. So che così si allontana la riforma costituzionale e che ha ragione Ainis: la Consulta avrà un bel daffare. So che non è questione di numeri, ma questione politica. Che la conta all’interno di area riformista non mi appassiona. Che mi sembra assurdo continuare a votare a botte di maggioranza, soprattutto se si va fino al 2018. Ma forse si va al 2016. Forse si va subito”.

L’Italicum, infine, è stato anche l’argomento del odierna riunione del direttivo del gruppo Forza Italia di Montecitorio, presieduta da Renato Brunetta. Sotto la lente di ingrandimento il premio di maggioranza alla coalizione e non più alla lista, ripristinando così il testo uscito dalla Camera a marzo 2014; la possibilità di introdurre l’apparentamento al secondo turno; posticipare l’entrata in vigore della legge al 2017 o dopo l’approvazione definitiva della riforma costituzionale; le ricadute della legge elettorale su regioni come il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia.

Su questi punti è stato deciso di attuare un’opposizione netta, ricorrendo anche all’utilizzo del voto segreto. È stato predisposto un gruppo di lavoro che stilerà gli emendamenti da presentare entro le ore 12 di venerdì 17. Il risultato raggiunto, in merito all’atteggiamento unanime del gruppo sulla riforma della legge elettorale, viene giudicato estremamente positivo in vista dei prossimi passaggi in Commissione e in Aula.

“Direttivo unanime di Forza Italia Camera: no a Italicum blindato, ma premio a coalizione e entrata in vigore dopo riforma costituzionale” ha scritto su Twitter proprio Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.

Intanto l’Italicum potrebbe subire un piccolo slittamento, rispetto alla tabella di marcia prevista alla Camera. La discussione generale non inizierà prima di giovedì e, a questo punto, viene spiegato dai componenti della commissione, il termine per la presentazione degli emendamenti potrebbe essere fissato anche lunedi’ 20 (attualmente l’ipotesi era venerdi’ alle ore 14). In commissione il mandato ai relatori, Francesco Paolo Sisto (Fi) e Gennaro Migliore (Pd), è previsto tra il 23 e il 24 aprile.

Tra l’altro si vocifera già che l’approdo in aula, previsto per il 27 aprile, come da indicazione anche del premier Matteo Renzi, sarà rinviato di un giorno.

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