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VIDEO | Cure palliative, cresce insoddisfazione per hospice e servizi domiciliari

A segnalarlo è l’Osservatorio volontario monitoraggio applicazione Legge 38/2010 che ha presentato i dati della sua seconda indagine, effettuata nel 2018

Pubblicato:14-03-2019 14:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:14

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ROMA – A 9 anni dalla legge 38 il quadro dell’accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore in Italia non sembra cambiato. E’ semmai peggiorato. Negli ultimi due anni infatti è cresciuta l’insoddisfazione nei confronti dei servizi domiciliari e degli hospice, sono calate le prescrizioni per visite specialistiche nei Centri di terapia del dolore, mentre è in lieve crescita il livello di conoscenza dei diritti del malato, e rimane stabile l’ignoranza sui tipi di cure disponibili e sui farmaci. A segnalarlo è l’Osservatorio volontario monitoraggio applicazione Legge 38/2010 che ha presentato, oggi a Roma, i dati della sua seconda indagine, effettuata nel 2018 su circa 12mila pazienti in Italia.

I RISULTATI DELLA RICERCA

Messi a confronto con quelli registrati nel 2016, i numeri mostrano un significativo calo di soddisfazione per i servizi di cure palliative: tra coloro che vi hanno avuto accesso, il 18% degli intervistati, il 61% si è dichiarato soddisfatto delle cure domiciliari (contro il 69% del 2016) mentre il 21% per nulla o poco, percentuale cresciuta in due anni del 13% (nel 2016 era l’8%). Il gradimento degli hospice è al 68% (- 14% dal 2016) mentre l’insoddisfazione si è impennata dal 5 al 18%.

Sui Centri di terapia del dolore, invece, il gradimento supera l’80%, ma sono calate le prescrizioni del medico di famiglia per visite in centri specializzati: si è passati dal 35% di due anni fa al 26%. Generalmente, poi, sono aumentate le persone consapevoli dell’esistenza della legge 38, dal 37% a 45%. Ma solo il 35% sa che la norma obbliga le strutture sanitarie a misurare il dolore e ad annotarlo nella cartella clinica. Inoltre, il 43% non conosce i farmaci oppiacei, il 45% pensa siano utili solo per curare dolore acuto e cronico, l’8% pensa servano solo ai pazienti fin di vita.


La presentazione dei dati dell’Osservatorio è avvenuta nel corso di un evento al Tempio di Adriano promosso dalla Fondazione Ghirotti assieme alla Conferenza delle Regioni e Province autonome. Vi hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Fondazione Isal, William Raffaeli, il presidente Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Fulvio Giardina, il presidente della Società Italiana Cure Palliative, Italo Penco, l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, e la coordinatrice dell’Osservatorio, Livia Turco.

“A volte in Italia facciamo belle leggi ma non le applichiamo- ha detto Livia Turco– la legge 38 è tra le più innovative in Europa sul tema. Il governo se ne occupi, inserisca l’applicazione di questa legge nel nuovo Patto della salute. E poi si facciano le cose previste dalla legge, in particolare sulla formazione. Si completino gli hospice su territorio nazionale perché ci sono troppe differenze regionali. E si migliori- ha concluso- l’assistenza domiciliare, è quella la via maestra”.

“Il processo di umanizzazione dell’assistenza sanitaria ha compiuto importanti passi avanti- ha detto Vincenzo Morgante- e con esso la cultura del sollievo che è parte imprescindibile della cultura medica e più in generale della cultura della società tutta. Questa la sfida che la Fondazione e le associazioni hanno voluto raccogliere, realizzando modelli di assistenza ispirati alla salvaguardia della dignità della persona malata, all’affrancamento dalla sofferenza inutile sia attraverso al ricerca e ai nuovi e più efficaci farmaci e terapie, sia attraverso una cura umana fatta di attenzione, premura vicinanza al malato”.

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