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La parola alle sedi Aics all’estero

Venti le sedi dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo nel mondo, 4.829 progetti all'attivo e un miliardo

Pubblicato:14-03-2017 11:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:26

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Venti le sedi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo nel mondo, 4.829 progetti all’attivo e un miliardo e settecento milioni di fondi erogati. L’agenzia DIRE intende presentare i responsabili di alcune di queste sedi all’estero, accompagnate da diverse voci della società civile, per contribuire a individuare i bisogni reali ma anche fornire spunti di riflessione.

Falcone (Aics a El Salvador): “La priorità è la lotta alla violenza”

“Il principale problema di El Salvador è la violenza giovanile perpetrata dalle gand delle Maras,- i cui membri hanno tra i 12 e i 25 anni – perciò gli interventi di Cooperazione, anche se realizzati in ambiti come la cultura, lo sviluppo economico, le disuguaglianze di genere e la violenza sulle donne, la gestione dei disastri naturali, puntano tutti a ridurre questo fenomeno, partendo dalla prevenzione”. Marco Falcone è direttore della sede Aics di El Salvador, “il paese più violento al mondo”, sottolinea, dopo che nel 2015 le autorità contarono 6.640 omicidi su un totale di 6 milioni di abitanti. Per contrastare le bande criminali, il governo salvadoregno ma anche quello del Guatemala, “consapevoli del ‘know how’ che l’Italia ha sviluppato nella lotta alla mafia, ci hanno chiesto aiuto dal punto di vista della prevenzione ma anche delle tecniche investigative, degli strumenti legislativi, nonché del coinvolgimento della società civile”. Ma fondamentale per Falcone è l’intervento in ambito educativo, “un investimento per il futuro”.
Questa sede inoltre è il centro di coordinamento per tutta l’area centroamericana e dei Caraibi:  “molti dei bisogni di El Salvador coincidono con quelli di Honduras, Guatemala, Nicaragua e – in parte – con Messico, Costa Rica, Panama e le altre isole caraibiche”. (Qui la versione integrale)

Gomez (Fundacion actua): le ong colmano il vuoto di uno stato ancora debole

El Salvador ha 6 milioni e mezzo di abitanti, di cui un milione e mezzo e’ costituito da giovani in eta’ scolastica. A causa di povertà, assenza delle famiglie e criminalità, nel 2015  oltre 114mila studenti di tutti i livelli non sono andati a scuola. Per Roberto Gomez, direttore esecutivo di Fundacion actua, evitare l’abbandono scolastico e ricostruire il tessuto sociale lacerato dal disagio sociale è un obiettivo fondamentale, di cui si occupa ‘Ninos protagonistas’ (‘Bambini protagonisti’, ndr), un progetto realizzato da quattro organismi locali tra cui l’ong Fundacion actua, in collaborazione con l’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics). “Il governo non riesce a fare abbastanza, anche se ci sono dirigenti competenti. Quindi- osserva ancora Gomez- ora piu’ che mai le azioni delle ong e della societa’ civile in generale sono della massima importanza”.  In conclusione, per Gomez serve inoltre “una visione unitaria e un lavoro strutturato tra cittadini e Statoper lo sviluppo educativo, economico e sociale del paese”. (Qui la versione integrale)


Lovisolo (Aics in Tunisia): “La disoccupazione si batte con la formazione e il sostegno alle pmi”

“In Tunisia il Pil e’ diminuito dopo gli attentati terroristici del 2015, e a farne le spese e’ stato il settore del turismo. La disoccupazione giovanile – all’origine delle sommosse del 2010-2011 – e’ al 30%. Per questo voglio intervenire nella creazione di lavoro ma soprattutto nella formazione”, ha spiegato il direttore Flavio Lovisolo, da poche settimane nuovo rappresentante della sede Aics nella capitale tunisina. “Questo- prosegue- è utile per fornire una preparazione adeguata alle necessita’ del mercato del lavoro”.
Infine, spiega che esiste l’idea di intervenire per attenuare l’impatto della crisi nelle fasce piu’ povere, “eventualmente introducendo servizi sociali anche attraverso l’imprenditoria privata. Ma ne dobbiamo ancora parlare con le controparti tunisine”, conclude il direttore Aics. (Qui la versione integrale)

Jamaity, la piattaforma che collega società civile e governo

“Il bilancio delle attivita’ delle ong internazionali – 195 in tutto – e degli uffici tecnici dei governi terzi in Tunisia e’ molto positivo. Rispondono ai bisogni del Paese e agiscono in maniera complementare all’azione del governo”. Ne e’ convinto Sofien Asta, responsabile per le relazioni coi partner strategici per l’associazione Jamaity, piattaforma che mette in comunicazione le varie anime della societa’ civile – molto più attive dal 2011 – con le istituzioni. Da tre anni – evidenzia Asta – la disoccupazione è al 15%, e colpisce soprattutto le donne. Nel terzo trimestre del 2016 si sono registrati 30mila disoccupati in piu’, mentre secondo la Banca Mondiale il 60% della classe media, che conta 1,9 milioni di persone, ha percepito circa 330 euro al mese. Alle istituzioni gli attivisti chiedono anche maggior sicurezza per scongiurare nuovi attacchi terroristici. (Qui la versione integrale)


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