ROMA – Lottare contro l’indifferenza e adottare soluzioni nuove per fronteggiare un’ondata migratoria senza precedenti. Queste le parole pronunciate dal Presidente francese François Hollande, dopo che all’Eliseo è giunta la firma che apre il programma dei Corridoi umanitari anche in Francia, “in linea con i valori della nostra Repubblica”. Luce verde infatti da parte di Parigi al modello di accoglienza italiano ‘ecumenico’: a promuoverlo, di concerto col Governo, sono stati un anno fa la Comunità di Sant’Egidio, le Chiese evangeliche e la Tavola valdese.
Ora sono attesi nell’Esagono per i prossimi 18 mesi 500 profughi dal Libano, in maggioranza siriani, ai quali sarà dato un visto umanitario e un biglietto aereo. Da febbraio scorso, in Italia ne sono già giunti 700, ma l’obiettivo è arrivare a quota mille entro l’estate.
Non più ormai un progetto pilota, ma come ha detto il direttore di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, “un modello di ‘buone pratiche’ replicabile” da parte di un’Europa che rispetto ai migranti – la posizione di Impagliazzo – non riesce a sostituire la logica dell’emergenza con politiche di integrazione.
Della stessa posizione anche il viceministro agli Esteri Mario Giro, presente oggi all’Eliseo: “la firma di questo protocollo d’intesa- ha detto- rappresenta un segnale importante per un’Europa che ha paura, chiude i confini e fatica anche a rispettare l’accordo di ridistribuzione dei rifugiati“.
I profughi vengono scelti in base al criterio della vulnerabilità: donne sole con bambini, anziani, disabili, vittime di tortura. Aspetto importante, il costo non ricade sui cittadini, perché il tutto è finanziato attraverso le donazioni spontanee raccolte dagli organismi cristiani promotori, mentre l’accoglienza è gestita dalle rispettive reti di servizi già esistenti: comunità, parrocchie, privati cittadini, i quali si occupano anche di fornire ai nuovi arrivati corsi di lingua italiana e, da oggi, anche di francese.
di Alessandra Fabbretti
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