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Hollande firma: corridoi umanitari anche in Francia

Ora sono attesi nell'Esagono per i prossimi 18 mesi 500 profughi dal Libano, in maggioranza siriani

Pubblicato:14-03-2017 18:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:00

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ROMA – Lottare contro l’indifferenza e adottare soluzioni nuove per fronteggiare un’ondata migratoria senza precedenti. Queste le parole pronunciate dal Presidente francese François Hollande, dopo che all’Eliseo è giunta la firma che apre il programma dei Corridoi umanitari anche in Francia, “in linea con i valori della nostra Repubblica”. Luce verde infatti da parte di Parigi al modello di accoglienza italiano ‘ecumenico’: a promuoverlo, di concerto col Governo, sono stati un anno fa la Comunità di Sant’Egidio, le Chiese evangeliche e la Tavola valdese.

Ora sono attesi nell’Esagono per i prossimi 18 mesi 500 profughi dal Libano, in maggioranza siriani, ai quali sarà dato un visto umanitario e un biglietto aereo. Da febbraio scorso, in Italia ne sono già giunti 700, ma l’obiettivo è arrivare a quota mille entro l’estate.

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Non più ormai un progetto pilota, ma come ha detto il direttore di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, “un modello di ‘buone pratiche’ replicabile” da parte di un’Europa che rispetto ai migranti – la posizione di Impagliazzo – non riesce a sostituire la logica dell’emergenza con politiche di integrazione.


Della stessa posizione anche il viceministro agli Esteri Mario Giro, presente oggi all’Eliseo: “la firma di questo protocollo d’intesa- ha detto- rappresenta un segnale importante per un’Europa che ha paura, chiude i confini e fatica anche a rispettare l’accordo di ridistribuzione dei rifugiati“.

I profughi vengono scelti in base al criterio della vulnerabilità: donne sole con bambini, anziani, disabili, vittime di tortura. Aspetto importante, il costo non ricade sui cittadini, perché il tutto è finanziato attraverso le donazioni spontanee raccolte dagli organismi cristiani promotori, mentre l’accoglienza è gestita dalle rispettive reti di servizi già esistenti: comunità, parrocchie, privati cittadini, i quali si occupano anche di fornire  ai nuovi arrivati corsi di lingua italiana e, da oggi, anche di francese.

di Alessandra Fabbretti

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