ROMA – Proprietari e imprenditori privati possono vietare ai dipendenti di “indossare qualsiasi simbolo visibile di tipo politico, filosofico o religioso”: lo ha stabilito oggi la Corte di giustizia europea, chiamata a esprimersi sul caso di una donna musulmana licenziata perché portava il velo in ufficio.
Secondo il tribunale, che ha sede a Lussemburgo, il divieto deve essere fondato non sul desiderio o l’arbitrio di un cliente ma su regole interne della società o dell’impresa che impongano di “vestirsi in modo neutrale”. Il caso all’attenzione dei giudici era quello di Samira Achbita, receptionist licenziata nel 2006 dalla società belga G4S.
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