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E’ record la raccolta firme per la pizza patrimonio Unesco

La passione per la pizza è diventata planetaria con gli americani che - secondo la Coldiretti - sono i maggiori consumatori di pizza con 13 chili a testa

Pubblicato:14-03-2016 11:18
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:23

PIZZA NAPOLETANA
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pizza

NAPOLI – Il traguardo record di un milione di firme per la petizione a sostegno della candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale dell’Unesco è stato raggiunto. E superato. Lo rende noto la Coldiretti che ha contribuito alla raccolta di quasi la metà grazie all’impegno della rete dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica lungo tutta la Penisola. Il risultato sarà presentato oggi a Parigi nella sede mondiale dell’Unesco, dopo aver ricevuto il sostegno di molte istituzioni culturali e sociali, organizzazioni, professionalità e personalità con eventi in tutto il mondo: da Londra a New York, da Buenos Aires e da S. Paolo a Las Vegas fino al Giappone e all’Australia.

All’ombra della Torre Eiffel saranno consegnate un milione e 38mila firme con la partecipazione dell’Ambasciatore Vincenza Lomonaco, rappresentante permanente d’Italia presso l’Unesco, del Presidente della Fondazione UniVerde, già Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura italiano, Alfonso Pecoraro Scanio , il Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccù e il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo. “Gli occhi della nostra regione – commenta Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania – sono puntati sul capoluogo francese. La decisione dell’Unesco potrà offrire al nostro territorio una grande occasione. Dopo gli anni difficili che hanno colpito la nostra immagine nel mondo, rappresenterebbe un rilancio straordinario con effetti concreti su tutte le filiere e in particolare sul nostro patrimonio agroalimentare”.


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La passione per la pizza è diventata planetaria con gli americani che – sottolinea la Coldiretti – sono i maggiori consumatori di pizza con 13 chili a testa ma gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 kg all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci, che con 3,3 kg di pizza pro capite annui chiudono questa classifica. La pizza napoletana – sottolinea la Coldiretti – dal 4 febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dall’Unione Europea, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare ad un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità. L’adesione della Coldiretti alla campagna accompagna la petizione lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio, per garantire pizze realizzate a regola d’arte con prodotti genuini e provenienti dall’agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria internazionale. La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro con almeno 100 mila lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali – sottolinea la Coldiretti – se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana, secondo i dati dell’Accademia Pizzaioli.

Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all’anno nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio. Secondo un sondaggio condotto online dalla confederazione di agricoltori, il 39 per cento degli italiani ritiene che la pizza sia il simbolo culinario dell’Italia. Inoltre, per l’8 per cento di chi ha partecipato al test, ‘pizza’ è la parola italiana più conosciuta all’estero, seguita dal cappuccino (7 per cento), dagli spaghetti (7 per cento) e dall’espresso (6 per cento), secondo un sondaggio on line della Società Dante Alighieri. L’arte dei pizzaiuoli napoletani – riferisce la Coldiretti – sarebbe il settimo ‘tesoro’ italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale. Significativamente però – evidenzia Coldiretti -, gli ultimi elementi, ad essere iscritti negli elenchi, dallo Zibibbo di Pantelleria alla Dieta Mediterranea, fanno riferimento al patrimonio agroalimentare made in Italy, a testimonianza della sempre maggiore importanza attribuita al cibo, non a caso scelto come tema simbolo dell’Expo 2015. Proprio in occasione dell’esposizione universale, il 25 giugno scorso, l’Italia ha conquistato il record mondiale ufficiale di lunghezza della pizza di 1595,45 metri che è stato iscritto Guinness World Records.

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