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Capone (Ugl): “Settimana corta lavorativa? Non serve per redistribuire il reddito”

L'intervista al segretario generale dell'Ugl, Paolo Capone, a proposito del dibattito sulla settimana lavorativa di quattro giorni, per creare spazi anche per i giovani

Pubblicato:14-02-2022 17:35
Ultimo aggiornamento:14-02-2022 17:36

FRANCESCO PAOLO CAPONE
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ROMA – “E’ possibile lavorare meno? Sicuramente sì, ma non è possibile fare una politica redistributiva del reddito semplicemente abbassando gli orari di lavoro. In un’economia aperta e liberale, come quella in cui viviamo, non è possibile”. Lo dice, in un’intervista con l’agenzia Dire, il segretario generale dell’Ugl Paolo Capone, a proposito del dibattito sulla cosiddetta ‘settimana corta’ lavorativa, portandola a quattro giorni, in modo da creare spazi anche per i giovani.

“Partiamo da una considerazione – spiega il sindacalista – il vecchio slogan di matrice ideologica che ci ha accompagnato in tutti gli anni Settanta, ‘Lavorare meno, lavorare tutti’, è inapplicabile, perché se mettiamo più persone per un processo produttivo che non ne ha bisogno, quel prodotto esce fuori dal mercato. Può essere applicato invece in quella che per esempio era una economia chiusa, di sussistenza, come era quella sovietica, che produceva beni e servizi soltanto per se stessa, perché lo Stato si prende il carico di garantire il maggior costo”.

Nel dibattito di oggi, occorre considerare che “dall’altro lato c’è anche la tendenza a immaginare come bene prezioso il tempo: e allora se il tempo è un bene prezioso, avere a disposizione più tempo per sé, piuttosto che per il lavoro, può essere interessante. Va però equilibrato questo concetto con i giusti mezzi, quello che è il reddito che ci dà la possibilità di vivere dignitosamente, come prevede la Costituzione” conclude il segretario generale dell’Ugl.


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