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Sud Sudan, a Roma il sì al cessate il fuoco: “Grazie a Papa Francesco, la pace è possibile”

Le forze di opposizione accettano i termini del cessate il fuoco, l'inviato del governo: "La nostra gratitudine va a Papa Francesco"

Pubblicato:14-02-2020 17:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:00

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ROMA – “E’ molto importante aver convinto tutte le opposizioni ad aggiungersi al percorso di pace, avviato con gli Accordi del 2018 e anche grazie alla Dichiarazione di Roma dello scorso 12 gennaio. La nostra gratitudine va a Papa Francesco, che si è impegnato così tanto per aprire questo cammino di pace e fratellanza, per il bene del popolo del Sud Sudan”. Lo ha dichiarato alla Dire Barnaba Marial Benjamin, capo della delegazione del governo del Sud Sudan, presente a Roma questo pomeriggio per presenziare alla firma dell’accordo sul cessate il fuoco promosso il 12 gennaio con esponenti dei vari gruppi di opposizione del Paese africano.

L’incontro, primo round negoziale a seguito della Dichiarazione di Roma di gennaio, è stato nuovamente ospitato dalla Comunità di Sant’Egidio, a cui Benjamin esprime la sua riconoscenza “per aver raccolto l’appello alla pace lanciato dal Pontefice”.

I recenti impegni che la Chiesa cattolica ha promosso per far tacere le armi si aggiungono a quelli, più ampi, assunti tra il governo e i ribelli a fine 2018, e che prevedono tra le altre cose la formazione di un governo di unità nazionale in cui le fazioni si spartiscono gli incarichi.


La data, più volte rinviata, è stata infine fissata al prossimo 22 febbraio: “Siamo ottimisti, il governo vedrà la luce” ha assicurato alla Dire il rappresentante del governo del presidente Salva Kiir. Che ha concluso: “E’ importante onorare gli impegni assunti con le parti ma anche con i mediatori internazionali: l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), l’Unione Africana e le Nazioni Unite”.

SUD SUDAN, A ROMA OPPOSIZIONI ADERISCONO AL CESSATE IL FUOCO

La firma dell’accordo di oggi è un passo molto importante per la pace in Sud Sudan: finalmente, la coalizione delle opposizioni ha accettato di entrare a far parte del meccanismo di verifica e monitoraggio del cessate il fuoco avviato con la dichiarazione di Roma dello scorso 12 gennaio, un’evoluzione che avrà naturalmente un impatto sul terreno concreto”. Lo ha dichiarato all’Agenzia Dire Mauro Garofalo, responsabile Relazioni internazionali della Comunità di Sant’Egidio.

Questo pomeriggio a Roma, la Comunità ha infatti ospitato il primo round negoziale a seguito degli accordi per il cessate il fuoco di gennaio, a cui hanno preso parte sia esponenti del governo del Sud Sudan che delle opposizioni. L’obiettivo, è porre fine alle violenze della guerra civile scoppiata nel 2013, e che ha causato migliaia di morti e milioni di profughi.

Il valore aggiunto dell’incontro di oggi, prosegue Garofalo, “è aver allargato il quadro delle forze d’opposizione che ora sono pronte a dialogare col governo per implementare gli impegni assunti a gennaio, ma anche l’Accordo di pace di fine 2018”, siglato tra il presidente Salva Kiir e il leader dei ribelli, Riek Machar. Oltre alle fazioni fedeli all’ex vice presidente Machar, hanno infatti aderito tutte le forze politiche dell’opposizione, tra cui la South Sudan Opposition Movements Alliance, coalizione che raduna diversi gruppi.

Il prossimo 22 febbraio è atteso – dopo vari rinvii -l’avvio del governo di unità, frutto dell’Accordo di pace, che comprenda esponenti dell’attuale governo e degli alleati di Machar. “Il fatto che ora tutte le opposizioni sono pronte al dialogo sarà di grande aiuto” al futuro esecutivo ha concluso il responsabile ha concluso. All’appuntamento oggi hanno partecipato anche osservatori dell’Igad, delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.

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