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La casa rifugio di Villa Latina chiusa con una mail

La richiesta di sgombero arrivata con la pec al centro antiviolenza 'Stella Polare' di Sora: unica struttura del genere nei distretti C e D della provincia di Frosinone

Pubblicato:14-02-2020 15:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:00

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ROMA – Il Comune di Villa Latina “chiude con due righe di pec” la casa rifugio per donne vittime di violenza e minori del centro antiviolenza ‘Stella Polare’ di Sora, gestito dall’associazione Risorse Donna Onlus proprio nel borgo della Valle di Comino, unica struttura del genere nei distretti C e D della provincia di Frosinone. A denunciare all’agenzia di stampa Dire la perdita nella rete antiviolenza regionale del Lazio di dieci posti letto è Elisa Viscogliosi, presidente dell’associazione Risorse Donna e responsabile del cav del Comune del Basso Lazio, che negli anni ha accolto oltre 800 richieste di aiuto e dal 2015 gestisce il progetto di casa rifugio ‘Verso l’autonomia’, nato con il sostegno dei fondi regionali per il contrasto alla povertà e con la collaborazione del Consorzio Valcomino.

Proprio nella casa rifugio DireDonne aveva realizzato una puntata del reportage dedicato ai centri antiviolenza nel 2019.

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“Attraverso una lettera inviata in questi giorni abbiamo informato della notizia anche la ministra Bonetti, la presidente della Commissione femminicidio Valente, il governatore Zingaretti e l’assessora alle Pari Opportunità della Regione Lazio Pugliese, per invitarli a visitare la struttura prima di riconsegnare le chiavi- racconta alla Dire la presidente di Risorse Donna, inserita nella mappatura del 1522 e socia di D.i.Re-Donne in Rete contro la Violenza- L’assessora Pugliese ci ha già contattato per dirci che verrà. In cinque anni abbiamo ospitato in questa struttura 38 donne con 52 bambini e bambine, abbiamo lavorato costantemente per accoglierle e costruire una rete sul territorio con le scuole, i cittadini e le aziende, per creare tirocini formativi per queste donne. A novembre, a ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo ricevuto via pec la seguente comunicazione: ‘Ritenuto di non dover procedere al rinnovo della locazione in quanto il Comune di Villa Latina deve rientrare nel dominio dell’immobile per destinarlo ad altri usi chiede la riconsegna dell’immobile entro il 31 dicembre 2019′. Praticamente- spiega- ci hanno chiesto di sgomberare in un mese una struttura in cui in quel momento c’erano quattro donne e sei bambini, più uno in culla, con percorsi in pieno svolgimento, anche su indicazione del Tribunale, progetti lavorativi avviati, e minori inseriti nella locale scuola, che non potevano essere trasferiti. Ci stiamo trovando costrette a rifiutare le richieste di inserimento che continuiamo a ricevere dal 1522, da D.i.Re, dalla rete provinciale antiviolenza”. Da parte dell’amministrazione comunale, però, nessuna comunicazione precedente, nessuna convocazione, nessun tavolo. “Non contestiamo le motivazioni, ma le modalità- sottolinea Viscogliosi- Convocarci a un tavolo significava anche semplicemente chiedere a che punto erano i percorsi delle donne, dialogare per cercare insieme soluzioni e alternative”. Per le 25 socie di Risorse Donna e le otto operatrici della casa rifugio – ad oggi senza lavoro – si tratta di “una violenza sulla violenza”. Una “violenza istituzionale, sulla pelle delle donne”, che per “le modalità con cui è avvenuta rappresenta un vero e proprio attacco ai luoghi delle donne, un disconoscimento”. E le ospiti della casa, in effetti, “hanno sentito la necessità di concludere in fretta, alcune non hanno portato a termine tutte le tappe del percorso concordate all’inizio, altre sono ancora in struttura perché non hanno raggiunto tutti gli obiettivi di autonomia. Per loro- ribadisce Viscogliosi- i percorsi stanno andando avanti”.

Il Comune di Villa Latina, dal canto suo, si è trincerato nel silenzio “non rispondendo alla nostra richiesta di proroga di almeno sei mesi, in cui abbiamo chiaramente spiegato le nostre motivazioni legate allo svolgimento dei percorsi delle donne”. Uno slittamento “chiesto per scongiurare un ulteriore trauma per loro e i loro bambini. Di fatto dall’1 gennaio siamo delle occupanti e anche questo è un altro disconoscimento. Perchè un’amministrazione è dovuta arrivare ad un atto così forte? Non c’era un’altra strategia?”. Un rapporto difficile, quello col Comune di Villa Latina, a cui “tra l’altro versavamo un affitto per la struttura”. Due anni fa, infatti, “avevamo organizzato un’altra mobilitazione perché la Regione Lazio aveva pubblicato un bando pubblico per case rifugio e avevamo partecipato con il Comune di Villa Latina, che ci ha fatto perdere un finanziamento da oltre 186mila euro perché non aveva risposto ad una richiesta di integrazione di documentazione inviata via pec dalla Regione. Da allora- racconta la responsabile del cav ‘Stella Polare’- ci sosteniamo con le nostre risorse”.

“Ancora una volta segnaliamo la discrepanza tra gli impegni dichiarati dalle istituzioni e la realtà nei territori, dove i centri antiviolenza sono in affanno- dichiara alla Dire la presidente di Donne in Rete contro la Violenza, Antonella Veltri- I centri della rete D.i.Re assicurano un supporto fondamentale per le donne che hanno subito violenza grazie all’impegno di centinaia di volontarie e alla dedizione delle organizzazioni di donne che li hanno creati. Ma il supporto concreto degli enti locali è fondamentale. Chiudere una casa rifugio significa dire alle donne che hanno subito violenza e alle operatrici dei centri antiviolenza: arrangiatevi. Una posizione inaccettabile”.

Le ultime due ospiti e i loro bambini lasceranno la struttura nelle prossime settimane, per questo “abbiamo deciso di uscire dalla segretezza. Tecnicamente andremo via quando finiranno i loro percorsi- fa sapere Viscogliosi- a meno che non vengano a sgomberarci. Ma lanciamo un appello ai Comuni di tutto il territorio dei distretti C e D della provincia di Frosinone, per permettere al lavoro della casa di andare avanti. È importante salvare quella esperienza e la rete che abbiamo creato, creare un tavolo con i Comuni per trovare un nuovo stabile“. Rete da cui è già arrivata solidarietà “con le associazioni e i collettivi studenteschi che saranno con noi domani in piazza del parco Santa Chiara a Sora per il flash mob che abbiamo lanciato col Comune in occasione del One billion rising, che quest’anno ha come tema la solidarietà ai centri antiviolenza”. La mobilitazione delle operatrici del cav ‘Stella Polare’ proseguirà poi in Campidoglio a Roma dove martedì 18 febbraio alle ore 16 Casa Internazionale delle Donne, ‘Lucha y Siesta’ e Non Una Di Meno scenderanno in piazza per ‘Le case delle donne non si toccano’.

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“Dobbiamo andare avanti, abbiamo trovato qui delle donne pronte ad aiutarci, a sostenerci“, scrive ai propri figli una donna ospite della casa rifugio di Villa Latina, in vista della chiusura. Parole riportate nella lettera inviata da Elisa Viscogliosi alle istituzioni. “Con loro- continua la donna- non so perché, mi sento più forte, meno sola. Ci accompagneranno in questo lungo viaggio, lo so ci terranno per mano. Me lo sento. Lo capisco dalle loro parole, dai loro sorrisi. Lo capisco dal modo in cui giocano con voi. Dai sacrifici che fanno solo per stare al nostro fianco. Ogni giorno. Non esiste domenica, Natale, Pasqua. Ogni giorno sono qui con noi, pronte a raccogliere i nostri pezzi. E ad aiutarci a ricostruire. Ce la faremo. Vi amo figli miei. La felicità è vicina”.

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