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Lombardia, ‘sanità ospedalocentrica, così non va’: Moratti affonda la legge Maroni

Per la neo assessora regionale al Welfare la pandemia ha messo in luce "tutte le criticità" del sistema sanitario della Lombardia

Pubblicato:14-01-2021 18:55
Ultimo aggiornamento:14-01-2021 18:55
Autore:

letizia moratti
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Di Maria Laura Iazzetti e Nicolò Rubeis

MILANO – La neo assessora regionale al Welfare Letizia Moratti, nel corso della sua prima riunione con i sindaci dei capoluoghi lombardi, tira dritto sulla revisione della legge sanitaria numero 23 del 2015, la cosiddetta Riforma Maroni. Nel vertice, la neo vicepresidente di Attilio Fontana ha ribadito la volontà di intensificare il dialogo con i territori affondando la legge firmata dal predecessore di Attilio Fontana. Una dichiarazione di intenti che sarà verificata dalle mosse che farà la Moratti nei prossimi giorni. Per l’assessora, come riferiscono alla ‘Dire’ fonti presenti alla riunione, “qualcosa di buono c’è” ma la pandemia ha messo in luce “tutte le criticità” del sistema sanitario. Soprattutto per quanto riguarda la mancata attivazione della medicina di territorio, in un “sistema ospedalecentrico”, dai limiti “chiarissimi”.

Da parte loro, i sindaci dei capoluoghi lombardi hanno presentato il documento di revisione alla legge 23, votato all’unanimità dall’Anci Lombardia. Una bozza, che era già stata presentata lo scorso dicembre, molto simile a quella redatta da Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali, ndr), dove si chiede di investire sul territorio e di centralizzare le funzioni di gestione dei servizi sanitari. La Moratti prenderà ora contatto con le Ats lombarde, come annunciato nel giorno del suo insediamento. Ma la priorità resta quella di rivedere la riforma Maroni.


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