NEWS:

Covid, Acquaroli: “Con i nuovi metodi le Marche rischiano un lungo arancione”

Il presidente della Regione si dice preoccupato al termine della Conferenza Stato-Regioni che si è tenuta sulle prossime misure da attuare per gestire l'emergenza sanitaria

Pubblicato:14-01-2021 16:13
Ultimo aggiornamento:14-01-2021 16:13

francesco acquaroli
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ANCONA – “Le Marche rischiano di finire in fascia arancione” e a lungo. Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli si dice preoccupato al termine della Conferenza Stato-Regioni che si è tenuta questa mattina, sulle prossime misure da attuare per gestire l’emergenza sanitaria. L’esito dell’incontro non l’ha soddisfatto. “Il criterio prevalente di valutazione per l’assegnazione del colore alle Regioni non è più solo quello dell’indice Rt ma soprattutto quello della valutazione del ‘rischio’, in base al tasso di occupazione delle terapie intensive, degli ospedali e della stima dei focolai- dice Acquaroli- Questi continui e repentini cambi dei metodi di valutazione creano disorientamento. Non è bastato abbassare le soglie Rt per l’assegnazione delle fasce ma hanno ritenuto di andare anche oltre”.

LEGGI ANCHE: Covid, boom di contagi nelle Marche: oltre 500 in 24 ore

Il rischio è quello di finire in zona arancione per un lungo periodo. “Se anche le Marche domani avranno l’indice Rt sotto ad 1, rischiano seriamente di finire in fascia arancione- continua Acquaroli- Queste osservazioni le ho poste stamattina nell’incontro con le Regioni e i ministri competenti e ho chiesto ancora una volta un confronto su scelte così impattanti per tutti noi. Anche perché, alla luce del voto favorevole in Parlamento avvenuto ieri, potremo essere vincolati a queste restrizioni per lunghe settimane. Questo deve essere fin da subito chiaro a tutti”.


LEGGI ANCHE: Covid, approvato il nuovo decreto: tutte le regole

Il governatore marchigiano rilancia l’appello ad un confronto che non si basi soltanto sulla lettura dei numeri. “Sono preoccupato per l’evolversi e per questo chiedo da settimane un confronto che non si basi solo sulla mera lettura dei numeri, che dicono tanto ma non raccontano tutto- conclude- Oltre a questa preoccupazione, c’è anche la consapevolezza dell’esasperazione e della difficoltà di tenuta del sistema socio-economico, già sottoposto ad una pressione prolungata. La salute e la sicurezza sono imprescindibili ma esse sono anche legate alle esigenze concrete della quotidianità. Restiamo in attesa delle decisioni definitive”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it