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La lettera del Movimento Psicologi indipendenti: “L’obiettivo politico è avere meno laureati”

Intervento di Rolando Ciolfi dopo il decreto che stabilisce che i corsi di laurea in Psicologia vadano svolti esclusivamente senza alcuna modalitaà telematica

Pubblicato:14-01-2020 18:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:51
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Il Miur ha varato un decreto che stabilisce che i corsi di laurea in Psicologia vadano svolti esclusivamente in presenza e senza alcuna modalita’ telematica, gia’ dall’anno accademico 2020/21. Sul tema, il dottor Rolando Ciofi, Segretario generale del Movimento psicologi indipendenti, e’ intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘Open Day’ condotta da Alessio Moriggi su Radio Cusano Campus, emittente dell’Universita’ Niccolo’ Cusano.

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‘Sono rimasto basito da questo decreto- ha affermato Ciofi- Non lo ho compreso. Mi ha dato immediatamente un sapore di antico, di oscurantista, di anacronistico. Praticamente si ritorna a prima del progetto Nettuno, si parla di 30 anni fa, non e’ cosa ragionevole. Oggi il mondo e’ cambiato. Io sono 10 anni che non solo mi aggiorno e mi formo continuamente attraverso le tecnologie, ma esercito anche la professione attraverso le tecnologie. Se non ci fossero questi strumenti, il mio lavoro sarebbe molto piu’ mortificato. Sono rimasto indignato dal fatto che l’Ordine degli psicologi qualifichi questo decreto come una vittoria.E’ condivisibile che l’Ordine si ponga il problema della qualita’ della formazione, pero’ va anche detto che le tecnologie aiutano la qualita’ della formazione, non e’ che la mortifichino. Non e’ che per formarsi e laurearsi in psicologia sia stato abolito il tirocinio. Le cose pratiche vanno fatte in presenza e la formazione online non le abolisce, semmai e’ un sussidio, un aiuto, permette di essere sempre in contatto con i docenti, permette ai lavoratori di studiare la notte e formarsi’.


‘Perche’ l’Ordine parla di vittoria?- domanda il segreterio generale del Movimento psicologi indipendenti Ciofi- Perche’ ci sono 110mila laureati in psicologia, la formazione online facilita l’accesso al percorso di laurea e l’obiettivo politico dell’Ordine e’ invece diminuire i laureati in psicologia. Questo non e’ condivisibile dal mio punto di vista. Se gli studenti hanno voglia di laurearsi in psicologia e’ una cosa bella, l’Ordine dovra’ attrezzarsi per fornire occasioni di lavoro, non per impedire che piu’ persone possano laurearsi in questa disciplina. La formazione online consente anche di avere accesso a prodotti di altissima qualita’. Si possono fare i corsi in inglese senza doversi recare negli Usa per frequentarli. Questi sistemi, ben utilizzati, migliorano la qualita’ dell’istruzione. Il problema, anche piu’ in generale, e’ che l’Italia e’ uno dei Paesi europei ancora basato sul sistema ordinistico. Gli ordini sono corporazioni e quando si vanno ad esaminare problemi di questo genere sopraggiunge la logica della corporazione che porta a scelte, come in questo caso, piuttosto infelici. Conosco bene il bisogno di psicologia che esiste nella nostra societa’. 110mila psicologi sembrano tanti, ma non lo sono. Se noi mettessimo uno psicologo in ogni scuola ne avremmo occupati gia’ piu’ della meta’.Il problema non e’ limitare l’accesso ai corsi di laurea, il problema e’ trovare quei meccanismi per cui, al bisogno di psicologia nella societa’, corrisponda un’offerta occupazionale adeguata. L’idea assurda di fare a meno dell’insegnamento telematico e’ inconcepibile. Mi meraviglia vedere che questo decreto sia stato firmato da un rappresentante del M5S (Fioramonti, ndr). Lo trovo poco congruente con l’insieme dei pensieri che il M5S ha propagandato. Penso di avere una buona esperienza e sono pronto a scommettere che questo decreto non andra’ avanti. Se sara’ pubblicato cosi’ com’e’ scatteranno i ricorsi, interverra’ un Tar, il Consiglio di Stato, ma in generale penso che la realta’ non la si blocchi per decreto. C’e’ un’evoluzione tecnologica che non e’ arrestabile con decreti’.

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