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In Cambogia sì all’aumento dei salari nel casinò, il sindacato: “Vittoria”

Da mesi L'azienda e le autorità vietavano presidi e scioperi

Pubblicato:14-01-2020 13:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:51

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ROMA – I lavoratori del casinò e del relativo hotel ‘NagaWorld’ di Phnom Penh, capitale della Cambogia, hanno vinto: dopo mesi è stata infine accolta la richiesta di aumentare i salari, nonché quella di reintegrare Chhim Sithar, il presidente dell’unione sindacale, destituito dall’azienda per aver dato inizio lo scorso settembre alle rivendicazioni. L’aumento dei salari accordato dall’azienda andrà dal 18 al 30 per cento. I lavoratori attualmente percepiscono dai 150 ai 250 dollari mensili, in un Paese in cui il salario medio si attesta intorno ai 140 dollari. Il casinò NagaWorld, il più grande di Phnom Penh, appartiene a NagaCorp, un’azienda registrata ad Hong Kong, ed attrae in particolare turisti dalla Cina, paese in cui il gioco d’azzardo è illegale. E’ anche per questa ragione che i casinò in Cambogia sono in aumento, sulla scia di ingenti investimenti provenienti da Pechino, incoraggiati dalla politica filo-cinese del primo ministro Hun Sen. Come riferisce il portale Global Voices, i responsabili dell’azienda hanno cercato a più riprese di vietare scioperi e cortei indetti dal sindacato interno, col sostegno delle autorità. Hanno inoltre destituito il segretario del sindacato, Chhim Sithar, non appena quest’ultimo a fine estate ha sollevato la questione. In un corteo non autorizzato, i lavoratori hanno esposto cartelli con su scritto “l’aumento dei salari medi è un diritto, non un crimine”.

Alcune foto diffuse sui social mostrano infatti una fila di poliziotti presidiare l’ingresso degli uffici del casinò, mentre sull’altro lato della strada sostano i manifestanti. Il braccio di ferro è terminato quando ben 23 associazioni della società civile hanno inviato un appello alle autorità affinché i diritti dei lavoratori venissero rispettati. Azione a cui le autorità hanno risposto contattando il 10 gennaio i vertici dell’azienda per incoraggiarli ad accogliere le richieste dei lavoratori. Una vittoria importante e anche inedita, osserva Global Voices, in un Paese dove spesso i diritti sul lavoro vengono calpestati.


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