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Polo moda, mai prima applicata “compensazione”

SAN MARINO - In cambio di "un'area resa edificabile per accogliere un importante progetto imprenditoriale, un'altra area di

Pubblicato:14-01-2016 15:21
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:47

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SAN MARINO – In cambio di “un’area resa edificabile per accogliere un importante progetto imprenditoriale, un’altra area di pari dimensioni e di molto maggior pregio ambientale è divenuta non edificabile”. La segreteria di Stato per il Territorio, presieduta da Antonella Mularoni, contrattacca “gli oppositori” del progetto del polo della moda di Rovereta. Una nota di contrada Omerelli rimarca infatti che “i sostenitori della campagna di opposizione” al progetto “continuano a trasmettere informazioni faziose e parziali”.Facendo appello allo spirito ambientalista, secondo la segreteria di Stato, si tralascia di dire alla cittadinanza che con la variante al piano regolatore, per la cui abolizione è stato attivato l’iter referendario, “per la prima volta nel nostro Paese si è applicato il criterio della compensazione“. E ricorda che l’attuale area interessata ad oggi non è un parco ma “un terreno scosceso e franoso circondato da fabbriche, elettrostazione e distributore di benzina”.

antonella mularoni sds territorioE ancora: “Respingere questo investimento- lamenta la nota- vuol dire proprio fare del male al nostro Paese, altro che perdere un parco che non c’è”. Infatti, per la segreteria presieduta da Antonella Mularoni “è certo che il fallimento di questo progetto, che prevede un investimento di circa 100 milioni di euro, con un alto numero di lavoratori che verrebbero occupati in via diretta ed indiretta, non comporterà unicamente la perdita di un gruppo imprenditoriale ma arrecherà un danno gravissimo alla nostra Repubblica in termini di credibilità internazionale, disincentivando per molti anni possibili futuri investimenti”. Infine: “Nessuno vuole investire- conclude la nota- in un Paese in cui le scelte esaminate per lungo tempo, condivise nella massima trasparenza con gli attori economici e sociali ed approvate con grandi numeri in Parlamento possano essere messe perennemente in discussione”.


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