Goggia: “Non posso essere un outsider. Per colpa degli infortuni ho sciato pochissimo, in vita mia”

A Beaver Creek c'è la prima discesa di Coppa del Mondo, 11 mesi dopo il grave infortunio in allenamento. "Ho odiato il comunicato della Fisi, quando ero in ospedale. Scrissero che sarei tornata più forte"

Pubblicato:13-12-2024 09:05
Ultimo aggiornamento:13-12-2024 09:05

Sofia Goggia Alo Belluscio / Red Bull Content Pool
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ROMA – Sofia Goggia in pista, con gli ultimi 11 mesi di calvario chiusi in una parentesi di dolore non ancora elaborato (“se ci penso mi viene da piangere”). A Beaver Creek c’è la prima discesa di Coppa del Mondo. Goggia fa un passo indietro, intervistata dal Corriere della Sera. Come a inspirare prima di scattare in apnea dal cancelletto. Dice: “Ho odiato il comunicato della Fisi, quando ero in ospedale. Scrissero che sarei tornata più forte. Non sapevo se fosse una prospettiva realistica”

“In questi mesi non sono mai andata a correre al di fuori di un campo di atletica. Quando mi alleno non porto mai le chiavi di casa: pesano. Non avendole, scavalco il cancello e salto da un metro e mezzo. Ma con la piastra non me la sentivo: mi calavo strisciando e saltavo da mezzo metro. Sono andata a correre 23 giorni dopo la rimozione, ho guardato giù, ho saltato senza pensarci. Togliere la piastra mi ha legittimato ad essere di nuovo quella di prima”.

“Sofia Goggia non può più essere un outsider”, continua. “Nella mia carriera mi sono definita un’ottima ladra perché ho rubato atteggiamenti, più che imitato. L’ho fatto per adattarli a me e provarmi in situazioni simili: c’è sempre da imparare e le ragazze giovani forniscono spunti interessanti. Purtroppo ho un fisico logorato dagli infortuni. Ma se penso a quanto poco ho sciato nella mia vita, mi ritengo una ragazza del 2002. Nella Coppa del Mondo ho 180 gare, con una media di un podio ogni tre o quattro. E in discesa le cifre sono migliori. Insomma, sono una sciatrice ma non sono una che ha sciato tanto”.


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