ROMA – “Il lavoro rappresenta la miglior terapia per le persone con sclerosi multipla, soprattutto per quei giovani che convivono con una disabilità”. A dirlo la presidente nazionale di Aism, Angela Martino, intervistata dall’agenzia Dire in occasione del convegno dal titolo ‘Sclerosi Multipla, disabilità e lavoro: l’impegno degli stakeholder per l’attuazione dell’Agenda Sm 2020’, organizzato a Roma dall’Associazione italiana Sclerosi Multipla.
“I giovani con sclerosi multipla, infatti- ha proseguito Martino- chiedono a gran voce di vivere la propria vita con dignità. E il lavoro è dignità”. Ed è proprio per i più giovani, soprattutto, che chiedere una pensione di invalidità può essere a volte frustrante, quindi è importante per chi è malato “che vengano evidenziate le sue abilità piuttosto che la sua disabilità”, ha sottolineato la presidente dell’Aism.
“Molte persone con sclerosi multipla non chiedono la pensione di invalidità- ha aggiunto ancora Martino- ma la possibilità di poter continuare a lavorare nel miglior modo possibile. Mi viene in mente una frase di Einstein che diceva che ‘ciascuno di noi è un genio’. Certo, se noi valutiamo un pesce dalla capacità che ha di arrampicarsi sugli alberi, ci riteniamo tutti stupidi. Allora forse bisogna mettere le persone giuste al posto giusto e avere una visione complessiva della persona con disabilità, che non chiede altro di essere parte attiva della società”.
Dunque l’Aism chiede alle istituzioni “un ascolto attivo- ha detto la presidente dell’associazione- perché quello che passa dalle orecchie è facile, ma poi è importante che l’ascolto passi soprattutto dalla testa di chi va a legiferare. Chiediamo quindi alle istituzioni di starci accanto in questo percorso verso l’affermazione dei diritti- ha infine concluso Martino- perché l’associazione, da sola, non può portare avanti tutte le istanze e tutti i bisogni che le persone con Sm richiedono”.
“L’analisi condotta dall’Aism sui contratti collettivi di lavoro, sia nel settore pubblico sia in quello privato, ci restituisce un dato molto importante: la sclerosi multipla è sempre più citata nei contratti collettivi di lavoro, con particolare riferimento a disposizioni e attenzioni che riguardano la malattia, il comporto, l’aspettativa ma anche le nuove figure di istituti che stanno emergendo, come le banche ferie, i permessi solidali e il monte ore, che viene messo a disposizione della comunità dei colleghi a favore di persone che hanno necessità di cure per se e per i propri familiari”. Così Paolo Bandiera, direttore Affari generali Aism, intervistato dall’agenzia Dire in occasione del convegno dal titolo ‘Sclerosi Multipla, disabilità e lavoro: l’impegno degli stakeholder per l’attuazione dell’Agenda Sm 2020’, organizzato oggi a Roma dall’Associazione italiana Sclerosi Multipla.
“L’analisi sui contratti collettivi, intanto- ha proseguito Bandiera- ci fa inoltre capire come ci siano delle eccellenze e delle ottime pratiche, ma anche che occorre rafforzare lo zoccolo duro, il fondo, quindi estendere delle disposizioni particolarmente intelligenti e avanzate in modo tale che diventino un patrimonio collettivo che venga poi applicato in tutti i comparti e in tutti i settori pubblico e privato. Quindi c’è ancora molto da fare, sicuramente con le parti datoriali come i sindacati che, come abbiamo visto oggi, sono a fianco dell’associazione ma prima di tutto- ha infine concluso il direttore Affari generali Aism- a fianco dei lavoratori con disabilità e con la sclerosi multipla”.
di Carlotta Di Santo, giornalista
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