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Amsterdam, nuovo corteo dei movimenti pro-Palestina: “Non siamo antisemiti, basta genocidio e islamofobia”

Tra le associazioni promotrici figura anche Amsterdam 4 Palestine, che in un post sui social definisce l'iniziativa "contro il fascismo e il genocidio"

Pubblicato:13-11-2024 19:41
Ultimo aggiornamento:14-11-2024 15:51

amsterdam violenza
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ROMA – Ad Amsterdam una manifestazione di protesta è stata convocata per stasera da diverse organizzazioni a piazza Dam, nel centro della capitale olandese. Tra le associazioni promotrici figura anche Amsterdam 4 Palestine, che in un post sui social definisce l’iniziativa “contro il fascismo e il genocidio”, per “combattere contro gli attacchi ai nostri diritti fondamentali”. Una mobilitazione che segue gli scontri di giovedì notte al termine della partita di calcio Ajax-Maccabi Tel Aviv, della Europe League. I movimenti filo-palestinesi contestano attacchi islamofobi da parte delle istituzioni olandesi e una narrazione sbilanciata a favore di Israele, che non terrebbe conto delle responsabilità dei tifosi del Maccabi.

“Questa è più di una semplice protesta- sottolinea ancora l’associazione- è per respingere le politiche razziste e la retorica anti-musulmana promosse dalle autorità olandesi. Queste politiche non mirano a proteggere gli ebrei, ma a mettere a tacere coloro che chiedono giustizia, prendendo di mira le comunità arabe e musulmane, etichettando falsamente le loro richieste di libertà come ‘antisemitismo’ per dividerci”. Il movimento inoltre denuncia la proposta avanzata dal governo di togliere la cittadinanza olandese ai cittadini di origine straniera individuati come responsabili delle violenze contro i tifosi del Maccabi. Amsterdam 4 Palestine ieri aveva già indetto una protesta alle spalle di piazza Dam, esponendo cartelli e striscioni completamente bianchi e privi di scritte per denunciare la censura. Sui social, il movimento diffonde poi varie indicazioni per scongiurare le violenze: restare in gruppo, non parlare con i giornalisti – rimandandoli ai portavoce delle associazioni – e non prendere parte a nessuna violenza, se se ne è testimoni. “Se non vi sentite al sicuro- si legge ancora- allontanatevi e raggiungete altre persone che non vogliono partecipare alle violenze”.

Dopo i disordini del 7 e dell’8 novembre, le autorità olandesi hanno seguito la linea del governo israeliano definendo “pogrom antisemiti” gli assalti subiti dai tifosi israeliani. Ma diversi giornalisti e media internazionali – tra cui il quotidiano Times of Israel – riferiscono di atti provocatori da parte dei tifosi della squadra di Tel Aviv, citando video che mostrano gli hooligan intonare cori con frasi come ‘A Gaza non ci sono più scuole perché non ci sono più bambini’. I supporter avrebbero inoltre minacciato gli attivisti olandesi dei movimenti filo-palestinesi, che avevano organizzato una protesta accompagnata dallo slogan ‘Chi commette il genocidio non è il benvenuto’. Il bilancio delle violenze è stato di dieci arresti e cinque feriti lievi israeliani.


Le tensioni sono quindi aumentate nella capitale olandese, dove scontri e sei arresti si sono verificati anche lunedì sera, quando gli attivisti hanno sfidato il divieto di manifestazioni pubbliche spiccato dalla sindaca Femke Halsema con danni anche ad arredi urbani e un tram dato alle fiamme. Stamani al parlamento olandese, il premier del partito di destra di governo Pvv, Geert Wilders, ha detto che gli autori delle violenze del 7 novembre scorso erano “tutti musulmani” e “per lo più marocchini”. Parole a cui, stando alla stampa olandese, ha risposto la parlamentare di Volt Marieke Koekoek, che lo ha accusato di “gettare benzina sul fuoco”, mentre vari deputati hanno osservato che “non si può combattere l’antisemitismo con il razzismo”. L’ex commissario europeo per il Clima Frans Timmermans, leader del Partito dei lavoratori, ha affermato che in Olanda “l’antisemitismo è in molti luoghi, anche all’estrema destra, ma il premier non lo dice mai”, col rischio di “lasciare un’intera comunità nella paura. Ma le persone con un background musulmano non lo meritano”. Un riferimento, questo, al fatto che anche gli arabi sono una popolazione di origine semita e che per “antisemitismo” si può intendere anche azioni contro tale comunità.

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