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TRIESTE – Assunzione per chiamata diretta e personale, da parte dell’Amministrazione regionale, dei figli delle vittime di femminicidio in Friuli Venezia Giulia e delle donne sopravvissute alla violenza che abbiano riportato una invalidità permanente non inferiore al 50%, purché residenti in Regione, con età sotto i 35 anni e disoccupati.
E’ quanto si prefigge la proposta di legge regionale a prima firma della consigliera del Patto per l’autonomia-Civica, Simona Liguori e sottoscritta dai colleghi delle opposizioni, presentata oggi in commissione Salute del Consiglio regionale.
“Ci auguriamo che questa proposta di legge, che oggi inizia il suo iter nelle Commissioni consiliari, possa costituire una delle risorse che la Regione Friuli Venezia Giulia mette a disposizione per la presa in carico degli orfani di femminicidio”, spiega Liguori.
“Dai dati del ministero dell’Interno- continua- emerge che, nel primo semestre del 2024, sono stati commessi in Italia 49 omicidi di donne, di cui 44 uccise in ambito familiare. Naturalmente la prevenzione del fenomeno è fondamentale- sottolinea la consigliera- e passa, in primis, attraverso interventi di educazione al rispetto, alla parità di genere e all’affettività. Tuttavia, oltre a tutte le forme di sostegno messe in campo da parte dello Stato e della Regione, diventa importante prevedere anche la promozione dell’inserimento lavorativo. La tragedia di un femminicidio non deve segnare la vita di questi giovani con un destino di emarginazione e precarietà“.
Dalla maggioranza è arrivata la richiesta del capogruppo di Fratelli d’Italia, Claudio Giacomelli di un approfondimento sull’aspetto giuridico della norma. Una richiesta tecnica che denota interesse da parte del gruppo di maggioranza.
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