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A Bologna i collettivi vogliono manifestare anche col divieto, il Comune ‘chiama’ la Polizia

Si annuncia un sabato di tensione sotto le Due torri: nonostante l'ordinanza del sindaco Merola che ha vietato di manifestare, i centri sociali non mollano

Pubblicato:13-11-2020 16:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:14
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BOLOGNA – Manifestazioni di ogni tipo vietate in centro dal sindaco di Bologna Virginio Merola e collettivi intenzionati a scendere in piazza ugualmente. Succede a Bologna, dove si preannuncia un sabato di tensione dopo i disordini dello scorso weekend, quando il corteo di centri sociali, antagonisti e riders è finito con tensioni e e scontri con la Polizia.

I centri sociali, infatti, hanno detto chiaro e tondo che domani, sabato 14 novembre, vogliono manifestare comunque. E il Comune di Bologna, a questo punto, si è mosso per allertare le forze dell’ordine. “Abbiamo ribadito anche ieri al comitato di ordine pubblico la necessità di interventi per evitare che ci siano situazioni in cui vengano commessi atti illeciti”, dice l’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini. “Abbiamo risollecitato le Forze dell’ordine perchè tutte le misure vengano messe in campo”.

È stato il leghista Umberto Bosco a sollecitare l’amministrazione sull’argomento, in vista di sabato. Cosa ha in mente la giunta? “La legge prevede- risponde Aitini- che l’eventuale svolgimento di questa annunciata manifestazione di protesta costituisce materia di competenza dell’autorità di pubblica sicurezza, quindi di fatto della Questura, che ha già disposto idonee misure di prevenzione e contrasto alla possibile commissione di atti illeciti”.


I vigili, in ogni caso, saranno a disposizione delle forze dell’ordine in caso di necessità. Per Bosco “serve una risposta forte perchè queste persone se ne fregano. Temo- aggiunge il consigliere comunale del Carroccio- non subiscano il fascino delle regole, queste manifestazioni le faranno e noi affronteremo le conseguenze sociali del loro comportamento irresponsabile”.

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I COLLETTIVI: “SE LE STRADE DELLO SHOPPING SONO APERTE NOI SCENDIAMO IN PIAZZA”

Questo il messaggio lanciato ieri dai collettivi: se i negozi e le vie dello shopping rimangono aperte e attraversabili, allora continueranno anche le manifestazioni “di espressione politica e della democrazia”, hanno scritto gli attivisti del collettivo Labas e del centro sociale Tpo. “Finché la nostra regione non passerà in zona rossa o finché non verranno prese decisioni sensate che non vadano a minare la libertà di manifestare- si leggeva in un post facebook- non ci sono i presupposti per ammutolire le nostre voci”. L’appuntamento è dunque rilanciato per domani, sabato, alle 16 in piazza Nettuno.

La manifestazione è per chiedere la garanzia di ‘soldi, salute e dignità’ a chi è maggiormente colpito dalle conseguenze del lockdown e del nuovo dpcm ed è organizzata da ‘Bologna scende in piazza’, gruppo nato recentemente che unisce vari collettivi (Cua, Crash, Saperi naviganti, Vag61, Ex Centrale) tra cui anche i Labas e Tpo. L’ordinanza Merola che ha vietato le manifestazioni nel centro storico, viene contestato, “è a dir poco inaccettabile. Vietare le manifestazioni a priori non significa affatto porsi il problema della salute pubblica di una città in sofferenza, sanitaria, economica ed educativa: vuol dire annullare ogni tipo di logica democratica, oggi più che mai indispensabile”.

Agli attivisti di Labas e Tpo sembra “che il sindaco più che dei contagi, sia preoccupato di limitare la crescita della libertà di espressione politica, che nonostante la gravità della situazione (o forse proprio per questo…) trova numerose forme di manifestazione e di discorso. Non pensavamo che una scritta ‘Dateci i soldi’ apparsa sulla vetrina di Gucci sabato scorso potesse annebbiare così tanto la vista di qualche politico di questa città”, continuano gli attivisti. Per ora, “l’invito non può che rimanere quello di prendersi cura l’un l’altro, di proteggere la salute di tutti e tutte, di far dare voce alle nostre esistenze precarie e di farlo nei luoghi dell’attraversamento quotidiano”. Tra questi luoghi “ci sono anche le vie dello shopping che, finché rimarranno attraversabili, sono e devono rimanere anche vie dell’espressione politica e della democrazia”, concludono gli attivisti, allegando una fotografia scattata lo scorso weekend in cui si vedono decine di persone in via Indipendenza, intente nello shopping del fine settimana.

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