NEWS:

Coronavirus, De Luca: “Ora tutti rigoristi, è una vergogna”

"Una situazione caotica derivante da una scelta fatta dal governo, che noi non abbiamo condiviso"

Pubblicato:13-11-2020 16:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:14

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

NAPOLI – “Noi eravamo per chiudere tutto ad ottobre. Invece c’è stata una moltiplicazione di conflitti tra territori e categorie economiche, una situazione caotica derivante da una scelta fatta dal governo, che noi non abbiamo condiviso”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in una diretta Facebook. “Abbiamo proposto la linea del rigore, da soli. Ora sembrano tutti rigoristi, è una vergogna assoluta, tipica dell’Italia di oggi. Trovo intollerabile – ha aggiunto – che quelli che hanno banalizzato il problema e perduto mesi preziosi, oggi sembrano diventati tutti rigoristi”.

DE LUCA: “CHI DOVEVA CHIUDERE NAPOLI IMPEGNATO A GIRARE IN TV”

“Abbiamo visto il lungomare affollato di migliaia di persone, la gran parte senza mascherine, si passeggiava allegramente senza neanche l’ombra di un controllo rigoroso. Quello era un assembramento vietato dalla legge e gli assembramenti devono essere vietati, contestati, contrastati da forze dell’ordine e polizia municipale. Non c’era nessuno. Quell’immagine ha determinato una svolta nell’opinione pubblica nazionale e una spinta a chiudere tutto. Quelle immagini motivano non la zona rossa ma la zona stra rossa. Sono cose vergognose e sapete chi avrebbe dovuto decidere… ma era impegnato a fare il giro delle televisioni per farsi pubblicità”. Lo ha detto il governatore campano Vincenzo De Luca in una diretta Facebook.

“Avevo invitato i sindaci a prendere provvedimenti per fermare la mobilità. Ci sono sindaci coraggiosi e responsabili – ha aggiunto – che hanno preso decisioni, altri erano preoccupati di fare i turisti e a girare per le tv per sporcare l’immagine di Napoli e della Campania per farsi pubblicità. Non ci sono parole”.


LEGGI ANCHE: 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it