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Sahara occidentale, l’esercito marocchino forza il blocco a Gargarat

Il cessate il fuoco tra Rabat e il Polisario fu siglato nel 1991 e da allora è stato rispettato anche grazie alla presenza dei caschi blu della Missione di pace delle Nazioni Unite

Pubblicato:13-11-2020 17:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:14

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ROMA – Le forze armate del Marocco hanno avviato oggi un’operazione militare nella zona cuscinetto di Gargarat, nel Sahara occidentale, presso il confine con la Mauritania, in risposta alla “provocazione del Fronte Polisario”, un organismo che rappresenta le istanze autonomiste del popolo saharawi.

Attivisti di questa comunità, che denuncia l’occupazione militare del proprio territorio, la violazione dei diritti umani e lo sfruttamento delle proprie risorse economiche, dal 21 ottobre hanno avviato un blocco dell’autostrada che collega il Marocco alla Mauritania, fondamentale per il traffico delle merci che transitano su gomma verso i Paesi vicini. Una situazione che ha generato le proteste di almeno 200 camionisti rimasti bloccati in territorio mauritano, nonché una penuria di derrate alimentari in Mauritania, col governo di Nouakchott costretto ad approvvigionare la capitale via mare.

Stando a una nota del ministero degli Esteri di Rabat, “il Regno del Marocco non ha avuto altra scelta che assumersi le proprie responsabilità per porre fine alla situazione di stallo generata da queste azioni e ripristinare la libera circolazione civile e commerciale”.


Il cessate il fuoco tra Rabat e il Polisario fu siglato nel 1991 e da allora è stato rispettato anche grazie alla presenza dei caschi blu della Missione di pace delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale (Minurso).

Nella nota, il ministero degli Esteri marocchino avverte che sia il segretario generale delle Nazioni Unite che i responsabili della Minurso “sono stati informati della situazione” nella zona cuscinetto ed è stato dato loro “tutto il tempo necessario” per “spingere il Polisario a porre fine alle sue azioni destabilizzanti”. Dato che il blocco non è stato interrotto, secondo Rabat, ora il Polisario “dovrà assumersi la responsabilità delle conseguenze”.

In una nota, il Fronte Polisario ha definito l’operazione “una flagrante violazione dell’accordo” e “un attacco diretto contro il popolo saharawi che manifestava pacificamente”. Nel comunicato si aggiunge: “Sia la popolazione che il suo movimento di liberazione nazionale, il Fronte Polisario, ora si trova nella posizione di legittima difesa della sovranità e dell’integrità territoriale del Repubblica democratica araba dei saharawi (Rasd)”.

Il documento continua: “Il Fronte Polisario e il governo saharawi ritengono il Regno del Marocco pienamente responsabile di tutte le pericolose conseguenze di questo attacco alla sicurezza e alla stabilità della regione, nonché del futuro dell’Accordo di pace che da anni è fermo a causa del mancato rispetto del referendum sull’autodeterminazione“. Secondo i dirigenti del Fronte, “al momento quest’ultimo è l’unico accordo firmato tra le parti sotto la doppia supervisione delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana”.

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