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Lucha y Siesta, in 1.000 al corteo per chiudere la giornata di mobilitazione

Nessun distacco della luce, ma una grande mobilitazione in difesa del centro antiviolenza che rischia di chiudere

Pubblicato:13-11-2019 19:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:36

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ROMA – Decine e decine di telefoni in alto con lo torce accese per “dare Lucha alla città”. È un presidio “al buio” quello delle attiviste di ‘Lucha y Siesta’ che, con addosso la maschera e i mantelli da Luchadoras, di fronte alla sede del Municipio VII in piazza di Cinecittà a Roma, hanno chiesto ancora una volta di non spegnere l’esperienza della Casa delle Donne, centro antiviolenza e casa rifugio di via Lucio Sestio 10, dove stamattina si sono tenuti diversi laboratori e l’incontro con le consigliere e assessore regionali.

Nessun distacco delle utenze, come previsto, c’è stato oggi nell’edificio di proprietà dell’Atac inserito nel concordato fallimentare e, per questo, finito nel mirino delle liquidatrici che premono per lo sgombero.

“Ma non c’è stata nemmeno comunicazione che questo non accadrà nei prossimi giorni, quindi potrebbe succedere in qualsiasi momento, perché per adesso da parte del Campidoglio c’è solo una richiesta ma non una certezza”, dichiara all’agenzia Dire Simona Ammerata, attivista delle Casa, in riferimento alla richiesta di proroga del distacco da parte della sindaca di Roma, Virginia Raggi.

Oltre alle donne ospiti della casa rifugio nel corso dei suoi undici anni di attività, tante realtà sociali della città sono scese in piazza al fianco di ‘Lucha’, dalla Casa Internazionale delle Donne alle assemblee delle donne dei consultori, perché “qualsiasi spazio femminista ridotto o chiuso è la battaglia di tutte”.

A scandirlo al megafono è Graziella, del Coordinamento delle assemblee delle donne dei consultori di Roma, che ha ricordato il doppio presidio di domani, davanti alla sede della Asl Roma 1 per chiedere la riapertura di quello di via Silveri. Presenti in piazza di Cinecittà, anche l’assessora alle Politiche Sociali del VII Municipio, Cristina Leo, e la neoassessora alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità nell’VIII Municipio e parte dell’esperienza di ‘Lucha’, Michela Cicculli.

“Le maschere delle Luchadoras sono un simbolo che rappresenta l’esperienza viva della Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’, nata dalla lotta- dice un’attivista di Non Una Di Meno- Sin dall’inizio hanno partecipato e costruito i percorsi del movimento transfemminista Non Una Di Meno, che oggi lancia i dieci giorni verso il 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

“Siamo in presidio permanente da stamattina per chiedere risposte alla sindaca Raggi- riprende Chiara del Comitato ‘Lucha alla città- In questo Municipio stanno chiudendo progetti importanti come ‘Eccoci’, ma anche altri spazi in tutta Roma. C’è un vuoto politico profondo che sta desertificando questa città ma noi stiamo mostrando che il tessuto sociale di Roma vive e lotta tutti i giorni, qui a Cinecittà come a Centocelle”.

Ad animare la piazza, prima del corteo partito intorno alle 18.30, il rap di Jobu, con la break dance delle ragazze di Wildupcrew. “Tra Comune e tribunale la politica dov’è io rispondo ogni giorno che ‘Lucha y Siesta’ fa per sé” cantano le femministe, raggiunte dalla consigliera regionale Marta Bonafoni, e dal presidente nell’VIII Municipio, Amedeo Ciaccheri, mentre i fischietti e i tamburi della murga hanno accompagnato circa un migliaio di persone in cammino per le strade del Tuscolano, da via Anicio Gallo a viale Spartaco, verso via Lucio Sestio 10, dove si è aperta e chiusa questa giornata di mobilitazione.

“La cosa gravissima è che continuano a fare politica sulla nostra pelle, sulle donne che la violenza la subiscono e su chi la contrasta ogni giorno in mezzo alle strade, dicendo che aprono nuovi centri antiviolenza- continua alla Dire Ammerata- In realtà chiudono gli spazi che funzionano e fanno il loro dovere come ‘Lucha y Siesta’. A dire che l’esperienza di ‘Lucha’ funziona sono le donne che sono state accolte nella Casa in questi undici anni. Un’amministrazione intelligente le esperienze che funzionano le valorizza, non le chiude. Raggi è la prima cittadina della città più importante d’Italia, ci aspettiamo atti politici, non parole”.

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