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L’assemblea Idlo a Roma: “Serve una strategia di genere per i diritti”

L’organizzazione intergovernativa, nata nel 1983, si occupa di promuovere un modello fondato sullo stato di diritto e l'accesso alla giustizia per tutti i cittadini

Pubblicato:13-11-2019 15:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:36
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ROMA – “Per cinque di miliardi di persone l’accesso alla giustizia non è garantito. Dobbiamo rafforzare lo stato di diritto, nella cornice dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”. Con queste parole Irene Khan ha aperto oggi in Farnesina i lavori dell’assemblea dell’International Development Law Organization (Idlo).

L’organizzazione intergovernativa, nata nel 1983, si occupa di promuovere un modello fondato sullo stato di diritto e l’accesso alla giustizia per tutti i cittadini.

Secondo la vice-ministro degli Affari esteri Emanuela Del Re, che ha inviato un messaggio di saluto da Nairobi, l’Idlo dà un contributo fondamentale “al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile all’insegna dell’Obiettivo 16″ dell’Agenda 2030, il programma d’azione dell’Onu sottoscritto da 193 Paesi. La vice-ministro ha anche elogiato Khan, che è al termine del suo secondo e ultimo mandato come direttrice dell’Idlo, sottolineandone il ruolo nello stabilire “un nesso tra politiche di genere, accesso alla giustizia e sviluppo sostenibile“.


A evidenziare il ruolo fondamentale dell’Idlo anche Adama Deng, segretario generale delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio. Deng ha detto che bisogna “esigere il rispetto dello stato di diritto in tutte le parti del mondo, non solo in Paesi come la Libia, la Siria o l’Iraq, ma anche in Occidente“.

Secondo Deng, “nessuno avrebbe creduto che negli anni ’90, nel cuore dell’Europa, avremmo potuto assistere a qualcosa di disumano come il massacro di Srebrenica, eppure è avvenuto”. Il segretario ha aggiunto: “Nessun Paese è immune alle atrocità”.

Khan, invece, dopo aver dato il benvenuto ai tre nuovi Paesi membri dell’Idlo, Uganda, Liberia e Qatar, ha elencato successi e impegni dell’organizzazione. Tra questi la Gender strategy 2017-2020, progetto nato per combattere le discriminazione di genere. Nell’ambito del progetto l’Idlo ha assistito diversi Paesi, tra cui Afganistan, Myanmar e Tunisia, nei lavori di promulgazione di leggi per incrementare la parità di genere e rendere la giustizia più accessibile alle donne. Khan ha citato il sostegno della sua organizzazione al Kenya nella stesura della Costituzione del 2010 e ha ricordato la presenza dell’organismo, che ha sede a Roma, a fianco della Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali. I lavori dell’assemblea si sono conclusi con una serie di testimonianze di alcune delegazioni.

Presente anche l’Italia, che secondo il direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo Giorgio Marrapodi, dimostra, con il suo supporto all’Idlo, “quante modalità diverse esistono per sostenere le politiche di dialogo”. Tra gli interventi più discussi quelli delle delegazioni sudanese e afgana. I rappresentanti dei due Paesi hanno evidenziato criticità e successi nel processo di ricostruzione dello stato di diritto dopo anni di conflitto.

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