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VIDEO | A Roma sit-in davanti all’ambasciata russa: “Con la resistenza ucraina per una pace giusta”

La manifestazione a Castro Pretorio è stata promossa da associazioni e iniziative civiche e ha visto la partecipazione anche di esponenti della politica: presenti tra gli altri Letta, Calenda, Bonino e Casini

Pubblicato:13-10-2022 20:48
Ultimo aggiornamento:13-10-2022 20:50

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ROMA – Solo il sostegno alla “resistenza” dell’Ucraina può portare a un ritiro delle truppe russe e a una pace “giusta”: questo il messaggio di un sit-in tenuto in serata a Castro Pretorio, a Roma, presso l’ambasciata di Mosca in Italia. A partecipare, accogliendo l’invito di associazioni e realtà di impegno civico, sia attivisti che esponenti della politica. Con loro, condividendo testimonianze sulle sofferenze causate dalla guerra sulle popolazioni, voci e rappresentanti delle comunità di origine ucraina, russa e bielorussa.

Il sit-in è stato promosso da associazioni e iniziative civiche, come il Movimento europeo di azione nonviolenta (Mean), Base Italia, Liberi Oltre, il Comitato giovani per l’Ucraina, la Rete dei piccoli comuni Welcome, Sale della terra, Ris e Casa del giovane.

A partecipare, a Castro Pretorio, di fronte all’ingresso della Biblioteca nazionale, anche il segretario del Pd Enrico Letta, il segretario di Azione, Carlo Calenda, i dirigenti di Più Europa Emma Bonino e Benedetto Della Vedova e l’ex presidente del Senato Pier Ferdinando Casini.


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CALENDA: “ORRENDO CHIEDERE LA PACE SENZA SOSTENERE KIEV”

È “orrendo” convocare manifestazioni per la pace ma poi non votare per il sostegno militare nei confronti dell’Ucraina: così all’agenzia Dire Carlo Calenda, segretario del partito Azione, a Castro Pretorio per un sit-in di supporto a Kiev organizzato nei pressi dell’ambasciata russa. La sua prima battuta è in risposta a una domanda se sia possibile e giusto concedere qualcosa a Mosca per favorire una tregua. “Non sta a noi dirlo, deve essere accompagnata l’Ucraina a deciderlo” sottolinea Calenda.


Il leader del Terzo polo aggiunge, in riferimento alla pace: “Non può nascere dal fatto che non si aiuta più l’Ucraina sperando che cada; questo è orrendo, è l’idea di coloro che convocano le manifestazioni per la pace ma poi non votano per il sostegno all’Ucraina”.

QUARTAPELLE (PD): “TRATTATIVA SOLO DOPO RITIRO DEI RUSSI”

Solo il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina può essere la base per una trattativa diplomatica: così all’agenzia Dire la deputata Lia Quartapelle, responsabile Esteri del Partito democratico (Pd), intervistata in occasione di un sit-in presso l’ambasciata di Mosca in Italia. “Questo è il posto giusto per fare pressione sulla Russia perché ritiri le truppe” sottolinea la parlamentare dem.

“Ogni giorno in più nel quale la Russia resta sul territorio ucraino è un giorno in più nel quale ucraini sono stuprati, uccisi, torturati e deportati“. Quartapelle continua: “È per questo che siamo qui a chiedere la fine dell’aggressione di Putin e il ritiro immediato delle sue truppe“.

MANCONI (A BUON DIRITTO): “LA RUSSIA IMPERIALISTA È UN PERICOLO”

Cessate il fuoco e conferenza internazionale, alla quale però l’Ucraina potrà sedere “non umiliata né cancellata dalla carta geografica” solo se la sua “resistenza” sarà ancora sostenuta: queste le tappe necessarie per la pace, secondo Luigi Manconi, sociologo e presidente dell’associazione ‘A buon diritto’. Le sue dichiarazioni sono rilasciate all’agenzia Dire in occasione di un sit-in a Castro Pretorio, nei pressi dell’ambasciata di Mosca in Italia.

Secondo Manconi, nel conflitto in Ucraina va detto che “la responsabilità è in primo luogo della Russia” e che “il Cremlino è oggi il principale ostacolo a una trattativa“. Il presidente di ‘A buon diritto’ continua sottolineando che ci sono anche altre responsabilità, “degli Stati Uniti, della Nato e dell’Europa”, ma rivolge nel complesso un appello “a guardare alla sostanza” delle cose. “E la sostanza ci dice”, sottolinea Manconi, “che l’aggressore è la Russia, che porta avanti una politica imperialista che costituisce un pericolo per tutti noi“.

Infine, sul percorso di pace. “La base per le trattative è un cessate il fuoco e poi una conferenza internazionale“, riferisce Manconi, “ma voglio ricordare che il sostegno alla resistenza Ucraina è ciò che potrà consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo della trattativa non umiliata e non cancellata dalla carta geografica”.

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