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Boom del consumo di vitamina D tra gli anziani, Aifa: “Non ce n’è motivo. Non ha efficacia contro il Covid”

In Italia la vitamina D è tra i primi farmaci più usati, negli altri Paesi non è nemmeno nella lista dei primi cento

Pubblicato:13-10-2021 11:22
Ultimo aggiornamento:13-10-2021 11:22

aifa agenzia italiana del farmacxo
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ROMA – “La vitamina D è il primo farmaco per consumo tra gli anziani“. Lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Nicola Magrini, in occasione della presentazione del primo Rapporto Nazionale Aifa dal titolo ‘L’uso dei farmaci nella popolazione anziana in Italia’, anno 2019. Il Rapporto è stato realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed), con il coordinamento dell’Aifa e dell’Iss.

Magrini ha aggiunto che “è un dato certamente interessante ma anche preoccupante, perché non ci sono le evidenze perché sia il primo farmaco… Vi sono anzi preoccupanti echi di vitamina D con proprietà che non ha, come la protezione dalle infezioni, piuttosto che di qualche efficacia che non ha, per esempio rispetto al Covid, e purtroppo invece si sentono notizie di questo tipo che vanno chiaramente contrastate e combattute“.

“Se si fa un confronto europeo- ha proseguito Magrini- si vede come in alcuni Paesi quello che in Italia è un farmaco presente tra i primi cinque non figura tra i primi cento. Questo significa che c’è un’attenzione eccessiva e impropria all’uso di un farmaco, anche a dosi elevate, per cui non vi sono evidenze”.


Il direttore generale Aifa ha infine precisato che “i consumi di vitamina D si sono ridotti di un 20-30% dopo l’applicazione di una nota, chiaramente guidata dalle buone evidenze scientifiche per riportare a un uso corretto, da cui è scaturita una percentuale di riduzione che, probabilmente, farà registrare un’ulteriore diminuzione più avanti”.

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