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Recovery Fund, le organizzazioni femministe scrivono a Conte

"Dalle parole si passi ai fatti, dando ascolto davvero alle donne e valorizzando le loro competenze"

Pubblicato:13-10-2020 10:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:02
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Non una di meno manifestazione diritti donne
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ROMA – Disoccupazione femminile alle stelle, asili insufficienti, la didattica a distanza scaricata nuovamente sulle spalle delle donne, nessun accenno concreto a mettere la riduzione della disparità di genere al primo posto nella definizione dei principi che dovranno guidare gli impegni del Recovery Fund. Per questo D.i.Re ha scritto al presidente del consiglio Giuseppe Conte a nome di tutte le organizzazioni di donne che hanno redatto il Position Paper ‘Il cambiamento che vogliamo. Proposte femministe a 25 anni da Pechino’. Lo fa sapere con una nota stampa D.i.Re-Donne in Rete contro la Violenza.

“Abbiamo apprezzato le Sue dichiarazioni rispetto alle conseguenze socio-economiche della pandemia, che hanno colpito in particolare le donne, ma soprattutto le Sue intenzioni di promuovere una maggiore partecipazione delle donne alla pianificazione della risposta e ai processi decisionali- afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re nella lettera con cui le associazioni chiedono a Conte un incontro per presentare il Position Paper in dettaglio- perché dalle parole si passi ai fatti, dando ascolto davvero alle donne e valorizzando le loro competenze“.

“Le scelte politiche che l’Italia deve fare per la ripresa non potranno essere né efficaci né efficienti senza una adeguata valutazione del loro diverso impatto di genere– spiega Giovanna Badalassi di Ladynomics, una delle associazioni che ha redatto il Position Paper- Le donne possono infatti contribuire in modo importante alla crescita sociale ed economica del paese, ma occorrono strategie ed investimenti che ne sappiano liberare le potenzialità”.


Le conseguenze della pandemia Covid-19 si sono scaricate in particolare sulle donne, aggravando diseguaglianze già esistenti e creandone di nuove- sottolinea a nome della Cgil, che anche ha contribuito al Position Paper, Susanna Camusso, responsabile politiche di genere- Le lavoratrici sono protagoniste in tutti i settori – distribuzione, sanità, pulizie (fondamentali per contrastare la pandemia), come sono nei settori più in crisi – appalti, sociosanitario, cultura. Lo squilibrio nella distribuzione del lavoro di cura nelle famiglie, che incide pesantemente sul differenziale retributivo, e l’alta percentuale di lavoratrici in lavori precari e poveri determinano nuove situazioni di ricatto economico e sociale. Discriminazioni e disuguaglianze di genere nel lavoro vanno aggredite con assoluta priorità”, afferma Camusso.

“Si devono ora innalzare gli stipendi di insegnanti, personale medico e paramedico, assistenti all’infanzia e alla vecchiaia, educatrici, addetti ai servizi di pulizia e sanificazione- afferma Daniela Colombo, economista dello sviluppo e tra le autrici del documento- La Piattaforma di Pechino raccomandava: eguale remunerazione per lavori di eguale valore. La pandemia ha dimostrato che i lavori di cura delle persone – che essendo pagati molto meno sono diventati di competenza quasi esclusiva delle donne – hanno un valore eguale, se non superiore a quello di tanti altri lavori maschili meglio retribuiti”.

Il Position Paper propone misure concrete, che possono essere attuate subito e che “costituiscono una presa di posizione politica nutrita dall’esperienza concreta di chi da moltissimi anni è impegnata per il miglioramento della condizione delle donne e delle ragazze, consapevoli che il movimento femminista ha saputo innescare il più sensibile, ampio e condiviso cambiamento che la storia ricordi per ripensare il mondo e costruire benessere per tutte e tutti”, si legge ancora nella lettera. Prevenire e contrastare la violenza contro le donne è una priorità del Position Paper, anche alla luce dei drammatici dati sull’aumento della violenza durante il lockdown registrati dai centri antiviolenza della rete D.i.Re.

Occorre dare continuità e certezze ai centri antiviolenza perché è a partire da questo che si possono modificare i presupposti strutturali che sono alla base della violenza contro le donne- spiega Antonella Veltri- Più volte abbiamo evidenziato la necessità di intervenire sulle radici strutturali della violenza, ovvero la persistente disparità di genere, e ogni investimento in tal senso può aiutare a limitare le conseguenze della violenza. Attendiamo ora una risposta dal Presidente Conte- conclude Veltri- perché il Recovery Fund è una occasione che non deve essere sprecata”.

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