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Ecuador, i nativi denunciano il governo per crimini contro l’umanità

Le violazioni durante le proteste di un anno fa, quando per 10 giorni proseguirono gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine: almeno 10 i morti e 1.300 i feriti

Pubblicato:13-10-2020 13:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:03
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ROMA – In Ecuador la più grande organizzazione di rappresentanza dei popoli originari ha denunciato il governo del presidente Lenin Moreno per crimini contro l’umanità. Le violazioni contestate sarebbero avvenute durante la gestione delle proteste organizzate l’ottobre dell’anno scorso per protestare contro un decreto, poi abrogato, che eliminava i sussidi al carburante comportando l’aumento dei prezzi. In circa dieci giorni di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine morirono almeno dieci persone, mentre più di 1.300 rimasero ferite.





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Il presidente della Confederacion de Nacionalidades Indigenas del Ecuador (Conaie), questo il nome dell’organizzazione dei nativi, ha organizzato ieri una marcia di protesta e di ricordo delle vittime fino agli uffici del procuratore generale della capitale Quito, dove ha poi depositato la denuncia. La manifestazione si è tenuta in concomitanza con la Giornata della resistenza indigena, proclamata in alcuni Paesi latinoamericani come contraltare al contestato “Columbus Day”.


Non dimentico e non perdono, continueremo questa battaglia fino alle estreme conseguenze” ha detto il presidente di Conaie, Jaime Vargas, che ha poi annunciato una prossima “mobilitazione nazionale” contro il governo. Le proteste contro il Decreto 883 dell’ottobre di un anno fa si inquadravano in una più ampia mobilitazione contro un pacchetto di riforme promosso da Moreno a seguito dell’approvazione di oltre 4,2 miliardi di dollari di aiuti all’Ecuador da parte del Fondo monetario internazionale (Fmi).

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