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Il ‘genio femminile’ della Chiesa è l’altra faccia dell’emarginazione

Michela Murgia e la teologa esperta di nuovo testamento, Marinella Perroni, hanno dialogato sul ruolo delle donne nella storia della Chiesa

Pubblicato:13-10-2019 20:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:49
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ROMA – Un nuovo catechismo quello che ha riempito il cinema Avorio nel quartiere Pigneto di Roma questa sera, nella cornice del festival delle scrittrici Inquiete. Michela Murgia e la teologa esperta di nuovo testamento, Marinella Perroni, hanno dialogato sulla storia della Chiesa, il ruolo delle donne e “quale risarcimento sia possibile”. Era proprio questo il titolo di un convegno di anni fa in cui Michela Murgia e la teologa hanno stretto il loro rapporto, da questo scambio e’ nata l’ispirazione che ha portato Michela Murgia a scrivere nel 2011 per Einaudi ‘Ave Mary’. E proprio Michela Murgia, un tempo insegnante di religione, ha commentato le parabole del figliol prodigo, del buon pastore e quella della ‘dramma perduta’: “la donna che perde la moneta in casa, la ritrova e festeggia con le amiche. La meno raccontata di tutte“.

“Scegliere di raccontare o meno alcune cose- ha detto Murgia- e’ una decisione politica. Chi sceglie di non raccontare non fa un bel servizio al suo tempo e in questo caso nemmeno alla Bibbia”.

L’emarginazione femminile e’ diventata l’esaltazione della donna– ha spiegato la teologa- e il genio femminile e’ l’ultima di queste. Non so cosa avesse in mente Giovanni Paolo II con l’enciclica Mulieris Dignitatem. La parabola non e’ quella del figliol prodigo, ma si chiama dei due fratelli. Ha fatto comodo- ha detto la teologa- parlare del fratello che va a puttane. Oppure il pastore che lascia 99 pecore per una? O e’ un coglione, oppure e’ un paradosso. E’ questo il Dio del Nuovo Testamento: il paradosso”.

Di questo bisognava parlare, “invece la tendenza e la narrazione- ha sottolineato la teologa- e’ stata tutta moraleggiante e di controllo”. “Abbiamo una rappresentazione che ci ha bloccato. L’ultima cena di Leonardo? Una bellissima falsificazione. Le donne discepole c’erano” ha detto ancora Marinella Perroni.

“Marta o Maria?” ha chiesto infine la Murgia. Quale l’icona della donna: La donna che ascolta Gesu’ in contemplazione come Maria o quella operativa in casa come Marta? Hanno voluto le donne come “discepole ma in silenzio come Maria- ha detto la teologa- e siamo ancora a discutere se le donne possano essere diacone”.

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