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Rinasce la Madonna di Ussita, l’Iscr ricompone 500 frammenti della scultura/ Ft e Vd

Era uno dei simboli dell'arte ferita dal terremoto, "Una grande emozione rimetterla in piedi"

Pubblicato:13-10-2017 16:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:47

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ROMA – Più di cinquecento frammenti rossi e blu. Pezzi grandi, parti più piccole, addirittura scaglie di terracotta. La Madonna di Ussita è arrivata nei laboratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro lo scorso luglio. Tantissime casse custodivano la sua figura, ridotta in frammenti dalla violenza del sisma che un anno fa ha colpito il piccolo comune in provincia di Macerata. Un team di dieci persone, tra chimici, geologi, restauratori e allievi della di Alta formazione dell’Iscr, ha rimesso insieme la scultura che potrebbe risalire al XVI secolo e amatissima dai fedeli della Chiesa di Sant’Eustachio, nella frazione di San Placido, e da subito diventata uno dei simboli dell’arte ferita dal terremoto.

Tra fotografie e descrizioni, sono stati proprio loro, i cittadini di Ussita, ad aiutare la squadra dell’Iscr a ridisegnare l’immagine della Madonna della Rosa, questo il nome originale dell’opera alta circa 120 centimetri. “Un’emozione rimetterla in piedi” per i restauratori, i tecnici e gli allievi che hanno messo su il cantiere didattico nei laboratori del San Michele. Un lavoro minuzioso e delicatissimo, partito dagli studi preliminari dei frammenti che ha svelato una precedente divisione in due parti della statua, poi assemblata e incollata.

Così, l’equipe ha deciso di eseguire la ricomposizione separatamente, lavorando prima sulla parte inferiore, poi su quella superiore e, infine, incollando il capo della Madonna. “Speriamo che all’inizio del nuovo anno possa tornare a casa”, dice Adriano Casagrande, restauratore docente del ministero dei Beni culturali che con gli studenti della Saf ha salvato la Madonna di Ussita.


Casagrande: “Rimettere in piedi la statua è stata una grande emozione”.

“Ad agosto siamo tornati lì per prendere altri frammenti mancati- racconta Casagrande all’agenzia Dire- poi abbiamo preparato il cantiere e dal 4 settembre stiamo lavorando alla ricomposizione insieme agli allievi”. Il loro compito era la ricomposizione di tutti i frammenti, “poi si passerà alla pulitura e alla reintegrazione formale e pittorica dell’opera”. Quando i circa 500 frammenti sono arrivati all’Istituto, l’equipe li ha analizzati e studiati per capire tutte le problematiche del restauro. “Ma soprattutto per preparare l’operazione che dovevamo fare immediatamente, e che riguardava la ricomposizione. La cosa fondamentale era evitare qualsiasi errore– dice ancora il restauratore- perché altrimenti la forma non si sarebbe potuta chiudere e avremmo avuto dei problemi seri sia sul piano estetico che strutturale”.

Conclusa la ricostruzione parziale, la squadra ha potuto rimettere insieme la parte superiore con quella inferiore, restituendo la figura della Madonna della Rosa nella sua interezza. “E’ stato un grande risultato a cui siamo arrivati anche grazie all’aiuto dei cittadini di Ussita, che ci hanno fornito le prime informazioni sulla scultura che nessuno di noi aveva mai visto integra, prima che il terremoto la riducesse in frammenti. Rimetterla in piedi- ammette Casagrande- è stata una grande emozione“.

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