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Uno Bianca, i familiari: “Abbiamo già perdonato troppo, ora basta”/FOTO

Oggi a Bologna si è svolta la cerimonia di commemorazione delle vittime della Uno bianca

Pubblicato:13-10-2016 16:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:10

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BOLOGNA – “Abbiamo perdonato tanto, adesso basta: non possiamo più perdonare nessuno, i fratelli Savi devono pagare per quello che hanno fatto“. A margine della commemorazione delle vittime della banda della Uno bianca in viale Lenin a Bologna, la presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Rosanna Zecchi ribadisce il suo ‘no’ al perdono per i componenti della banda. E che non ci sia, da parte sua, alcuna apertura nei loro confronti, Zecchi lo afferma anche nel suo intervento durante la cerimonia di oggi, dicendo che “abbiamo perdonato le mogli e le compagne di quegli uomini, a cui non abbiamo mai chiesto risarcimenti, e abbiamo perdonato i poliziotti che non li arrestarono prima, e i magistrati che per anni hanno seguito false piste”, e aggiungendo che “non è giusto perdonare chi, per sette anni, ha ucciso nascondendosi dietro una divisa, e non si è pentito se non 10 anni dopo essere stato arrestato”.

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Rosanna Zecchi con il sindaco Virginio Merola

Pentimento che, peraltro, tira dritto la vedova di Primo Zecchi, “è stato tardivo e interessato, per godere dei benefici di legge, così come il percorso di fede che alcuni di loro hanno intrapreso”. Insomma, sintetizza Zecchi a margine della cerimonia, “è ora di dire basta, non ne possiamo più di sentir parlare del ‘fratello buono’: lì non c’erano fratelli buoni, erano tutti criminali”. Sulla stessa linea anche l’altro esponente dell’associazione Claudio Santini, secondo cui “non si può accettare un perdono che abbia effetti dal punto di vista giudiziario, perché non bisogna dimenticare che noi siamo le vittime e loro gli assassini“, e l’assessore comunale Virginia Gieri, che ricorda “il lavoro fatto nelle scuole per spiegare cosa fu la Uno bianca, e per far capire che non ci sono solo i criminali, che vanno perseguiti, ma anche chi sa e tace per vari motivi”.


uno-bianca_targa_cippo_bolognaPieno sostegno a Rosanna Zecchi anche da parte del deputato bolognese del Partito democratico Andrea De Maria, che a margine della cerimonia dichiara che “gli assassini devono scontare la loro pena fino alla fine, e le Istituzioni devono stare dalla parte delle vittime, poi i familiari decideranno se dare un perdono morale”. Infine, la presidente dell’associazione dei familiari delle vittime tiene a sottolineare, nel suo intervento, che “per quest’anno si è deciso, in segno di solidarietà, di non organizzare altre iniziative oltre alla commemorazione, e di devolvere i fondi destinati alla manifestazione alle popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto“. Intanto, dalla presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta Saliera arriva una condanna per la scritta “Ci vorrebbe la Uno bianca” apparsa in via Stalingrado. In una nota, Saliera scrive infatti che i crimini della banda “sono una ferita ancora aperta nel tessuto civile di Bologna, e invocarne il ritorno è una grave offesa a tutta la città, che condanniamo senza appello”. La presidente dell’Assemblea legislativa coglie poi l’occasione per “rinnovare la vicinanza ai familiari delle vittime e a tutti quelli che hanno sofferto per le azioni dei criminali della Uno bianca”.

di Andrea Mari, giornalista professionista

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