
ROMA – Il Marocco punta ormai con sempre maggiore decisione alle fonti di energia verde, al punto che il re Mohammed VI si è proposto di accogliere a Marrakech la prossima edizione della Cop 22, la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, ormai alle porte: dal 7 al 18 novembre.
“Si tratta di una scelta strategica”, la motivazione che l’ambasciatore del regno nordafricano Hassan Abouyoub dà ai microfoni dell’agenzia DIRE, spiegando che l’obiettivo che Rabat si è prefissata è di sostituire le fonti fossili del 42% con quelle rinnovabili entro il 2030 e, sul lungo periodo – nel 2050 – toccare la soglia del 52%.
In questo gioca un ruolo importante un fattore di cui si è ben consapevoli: “Il Marocco fa parte dei paesi della sponda sud del Mediterraneo, la regione più esposta agli effetti del cambiamento climatico” dice Abouyoub.
I cambiamenti del clima sono anche una delle cause delle migrazioni a cui stiamo assistendo: “Il Marocco accoglie migranti da tutta l’Africa. Dalla Namibia alla Nigeria, e da tutta la cintura del Sahel. L’Europa non è il territorio più importante per i flussi migratori- tiene a sottolineare- è marginale ormai, perché ha chiuso i cancelli. L’immigrazione va da sud a sud, e soprattutto a causa del cambiamento climatico”. E, prosegue l’ambasciatore, è anche una delle cause maggiori che ingenerano l’instabilità nell’Africa odierna. Fame e povertà in questo continente sussistono perché “abbiamo distrutto circa il 40% del potenziale agricolo: la terra è rovinata, dobbiamo riportarla ad essere fertile come era un secolo fa. E’ questa una delle priorità di Marrakech”.
di Alessandra Fabbretti, giornalista
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