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ROMA – Annullata la sentenza di primo grado del processo a carico di 37 imputati e tre società per il presunto disastro ambientale causato dall’ex Ilva negli anni di gestione dei Riva. La sezione distaccata di Taranto della Corte d’assise d’appello di Lecce ha accolto la richiesta dei difensori di spostare il procedimento a Potenza in quanto i giudici tarantini che hanno emesso la sentenza di primo grado sarebbero da considerare ‘parti offese’.
Il portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, si è detto “esterrefatto! L’inquinamento è stata un’invenzione? Morti e malattie non hanno responsabilità? Questa non è giustizia. Con questa decisione, su Taranto si infligge l’ennesima ferita dopo il disastro sanitario. I dati parlano chiaro. A Taranto, nel corso degli anni, è stato immesso in atmosfera il 93% della diossina prodotta in Italia, insieme al 67% del piombo, secondo quanto riportato dal registro Ines dell’ISPRA, successivamente diventato E-PRTR. Questa situazione ambientale drammatica spinse, il 4 marzo 2010, l’autorità sanitaria a vietare il pascolo entro un raggio di 20 km dal polo siderurgico. Siamo di fronte a uno dei disastri sanitari e ambientali più gravi della storia italiana ed europea, che ha causato troppe vittime, soprattutto tra i bambini. L’indagine epidemiologica dell’Istituto Superiore di Sanità lo conferma in maniera inequivocabile. Oggi, questa sentenza che annulla quanto stabilito in primo grado non rappresenta un atto di giustizia, ma una ferita inferta a chi ha già pagato un prezzo altissimo con la propria salute e con la propria vita”.
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