Foto di Sofia Nannini
RAVENNA- Sono state il luogo di vacanza per i bambini del passato, ma anche di sperimentazione sanitaria, pedagogica, architettonica e sociale, per ben 150 anni. Dalle valli alpine alle zone costiere, sono tante in Italia e la maggioranza è abbandonata. Si tratta delle ex colonie, “ospitate in architetture tradizionali o dalla grande modernità, realizzate in materiali da costruzione duraturi come il cemento armato o effimere come tende”. Di certo “le ex-colonie hanno lasciato significative tracce, fisiche e no, nel paesaggio e nella società”. Ecco perché per raccontarne il passato ma anche delinearne il futuro, puntando al riutilizzo di questi grandi spazi vuoti, il 15 e 16 settembre le ex colonie saranno al centro di un convegno internazionale a Ravenna. Il titolo, del summit, piuttosto evocativo, è “Verso nuove estati” ed è promosso dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, dalla Fondazione Flaminia e dal Centro Studi Ghirardacci. “Lo stato di abbandono di numerose ex-colonie per l’infanzia sparse nel territorio italiano sottolinea l’urgenza di un dibattito scientifico-critico sulla storia e il futuro di questi edifici”, sottolinea Fondazione Flaminia.
Da qui il convegno che nasce per discutere le più recenti ricerche sulla storia delle colonie per l’infanzia in Europa tra Ottocento e Novecento, “dall’architettura alla pedagogia, dalla politica alla sanità, e mettere in luce esperienze virtuose di riuso e restauro di tale patrimonio architettonico“. Al convegno parteciperanno numerosi autori internazionali e alcuni tra gli studiosi che si sono occupati della storia delle colonie per l’infanzia, tra cui Valter Balducci e Arne Winkelmann, aggiunge Fondazione Flaminia. Il convegno sarà inoltre l’occasione per presentare il lavoro di associazioni che da anni si occupano del recupero del patrimonio delle ex-colonie. L’evento ha il patrocinio della Regione, dell’Ordine degli Architetti di Ravenna, dell’Istituto Storico Parri di Bologna e dell’associazione Docomomo.
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