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Coldiretti: “Addio a una bottiglia di olio su tre, +50% costi”

In ginocchio le aziende agricole, volano i prezzi al dettaglio

Pubblicato:13-09-2022 18:33
Ultimo aggiornamento:13-09-2022 18:33

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ROMA – “Con il crollo della produzione nazionale di olive le famiglie del Belpaese devono dire addio a quasi una bottiglia su tre di olio extravergine Made in Italy, mentre l’esplosione dei costi mette in ginocchio le aziende agricole e con l’inflazione generata dal conflitto in Ucraina volano sugli scaffali i prezzi al dettaglio”. È quanto emerge dall’esclusivo report ‘2022, la guerra dell’olio Made in Italy’ di Coldiretti e Unaprol, diffuso in occasione dell’avvio lungo la penisola della raccolta delle olive 2022/2023, “in un anno profondamente segnato dai cambiamenti climatici e dai rincari di energia e materie prime che pesano su aziende e famiglie”.

Nella sede di Coldiretti a Roma, a Palazzo Rospigliosi, sono state spremute in un vero frantoio, dal vivo, le prime olive di quest’anno alla presenza del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e del presidente di Unaprol, l’associazione degli olivicoltori, David Granieri.

La raccolta inizia dalla Sicilia per poi risalire la Penisola fino a Nord dove l’ulivo con i cambiamenti climatici è arrivato fino alle vallate alpine. “A pesare sulla produzione nazionale, con un calo stimato del -30%, é stata una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme- segnala Coldiretti- soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante. Ma diverse aziende hanno deciso di non intervenire per gli elevati costi di carburante, elettricità, service e prodotti di supporto alla nutrizione dei terreni. Salva la qualità, con l’Italia che può vantare il più ricco patrimonio di varietà di olii a livello mondiale”. Con l’esplosione dei costi “aumentati in media del 50% nelle aziende olivicole- evidenziano Coldiretti e Unaprol- quasi 1 su 10 (9%) lavora in perdita ed è a rischio di chiusura, secondo dati Crea”.



A pesare, in particolare “i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra anche un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del
60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica”, secondo l’analisi Coldiretti e Unaprol.

PATUANELLI: “CHIEDERÒ RISORSE IN CDM”

Secondo il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, questa crisi si affronta “destinando risorse specifiche alla filiera agroalimentare: lo chiederò al Consiglio dei ministri. Non è pensabile non supportare i produttori, che non ce la fanno da soli a pagare le bollette con gli aumenti attesi, oltre a quelli che hanno già avuto. Ho visto- continua- bollette più che triplicate nelle aziende che ho visitato a luglio ma ad agosto e settembre il costo dell’energia è aumentato fino a sei volte rispetto all’anno scorso. Il settore agricolo ha una marginalità molto bassa, tra l’1 e il 3%, e quindi questo aumento non è sopportabile se non con un forte contributo del pubblico”, conclude il ministro.

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