NEWS:

A Roma chiude lo storico consultorio di via Silveri

Protesta l'Assemblea delle donne: "Era un modello", replica la Asl Roma 1: "L'accorpamento con via Tornabuoni non riduce l'offerta"

Pubblicato:13-09-2019 09:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:41

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Dopo quarant’anni lo storico consultorio di via Silveri 8 a Roma, in zona San Pietro, chiude i battenti. La notizia ufficiale risale al 21 agosto, quando il personale sanitario e amministrativo del presidio attivo nel quartiere Prati dal 1978, riceve una lettera dell’Asl Roma 1 che ha per oggetto: “Accorpamento attività dei Consultori familiari del Distretto 13 nella sede di via Cosimo Tornabuoni, 50”. Una decisione accolta con rammarico da operatrici del consultorio, utenti residenti e dal Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori di Roma e Castelli Romani, che si sono riuniti, costituendo pubblicamente l’assemblea del consultorio di via Silveri.

“Servivamo un territorio di circa 137mila abitanti, quando per legge dovrebbe esistere un consultorio ogni 20mila- dichiara alla Dire Serenella Lampis, infermiera e ostetrica del consultorio di via Silveri dal 2006, dall’1 settembre in servizio al poliambulatorio di via Tornabuoni- In più, accettavamo in accoglienza non solo persone del distretto, ma chiunque si rivolgeva a noi, anche studenti e turisti di passaggio”. Un’utenza mista che “raccoglieva persone addirittura dai bacini di Cerveteri, Ladispoli e Castelli Romani”. Ma anche storica: “Quando lavoravo in via Silveri ero circondata dagli schedari attivi di donne che avevano fatto il primo accesso nel ’79, nell’87, nel ’93: ragazze che poi sono diventate mamme e nonne e frequentavano il consultorio da 20-30 anni”, racconta l’infermiera. Un servizio aperto, ma legato al territorio, con un’equipe al completo (due-tre infermiere, psicologa, pediatra, assistente sociale e due ginecologhe) e un impegno nella cura della donna a 360 gradi. Il consultorio familiare, infatti, era uno dei servizi offerti nei locali della Casa della madre e del bambino ‘Giannetto Elia’, donati al Comune con il vincolo dell’uso al solo scopo di aiutare mamme e figli.

“Garantivamo corsi di accompagnamento alla nascita- spiega l’infermiera- screening per l’Hpv, sostegno psicologico per adolescenti, ragazze madri e donne che scelgono di interrompere la gravidanza, servizi di ginecologia e ostetricia per donne in età fertile o menopausa, accoglienza sociale – dai problemi di inserimento dei bambini al nido, al mobbing, al bullismo, alla violenza di genere – fino alla contraccezione e all’educazione sessuale nelle scuole”.


Accanto al consultorio, al civico 4, “un nido comunale, più avanti una ludoteca, attiva fino a tre-quattro anni fa”. E ancora, “alcuni spazi concessi a Cittadinanza Attiva e al Tribunale del Malato, che però a maggio sono stati spostati”. Un’offerta ricca che aveva fatto del consultorio familiare di via Silveri, oltre che un punto di riferimento per il territorio, “un modello da seguire”, sottolinea alla Dire Gabriella Marando, del Coordinamento delle assemblee delle donne del consultorio, che promette battaglia. “Questa chiusura è assurda e contraddice quanto stiamo portando avanti con il tavolo aperto alla Regione Lazio dal coordinamento”, dallo scorso anno in trattativa per il monitoraggio e l’implementazione dei posti messi a bando per il personale dei consultori e il riconoscimento delle assemblee delle donne. “Martedì 17 settembre ci riuniremo in coordinamento per discutere della chiusura del consultorio e scrivere il comma che proporremo di aggiungere alla legge Zingaretti del 2014 (Dca 152/2014, ndr) per fare in modo che le assemblee siano considerate parte dei consultori”. Un’ipotesi di cui “discuteremo al prossimo tavolo in Regione previsto per il 30 settembre”. Il problema, per Serenella Lampis, “è che non si può confondere un consultorio con un poliambulatorio medicalizzato, perchè, di fatto, l’Uoc di via Tornabuoni ha anche perso la dicitura di ‘consultorio familiare'”. Per le donne dell’assemblea appena costituita è in corso uno “svuotamento delle funzioni del consultorio”, iniziato “già due anni fa, quando ci hanno imposto di chiudere il pomeriggio. Noi facevamo accoglienza telefonica dalle 8,30 alle 12,30 e, nel pomeriggio, dalle 14 alle 17- fa sapere l’infermiera- Poi ci hanno imposto di seguire l’orario 8,30-12,30 per la telefonica, 8,30-13 per il pubblico. Inoltre, ancor prima della chiusura- sottolinea- hanno cominciato a spostare alcuni di noi, come la psicologa e l’ostetrico, in via Tornabuoni e in altri presidi. Le infermiere messe a lavorare nei poliambulatori”, procurando una perdita “della specializzazione consultoriale. Nella nostra Asl- conclude- c’è stato anche l’accorpamento del consultorio di via Angelo Emo a quello di viale Angelico, nel giro di due-tre mesi“.

Dalla Asl Roma 1, intanto, fanno sapere: “In condivisione con il Municipio XIII di Roma Capitale, la Asl Roma 1 sta portando avanti un piano di sviluppo dei servizi sanitari del Distretto 13 per migliorare la rete di offerta, che non comporterà alcuna riduzione dell’assistenza, ma un diverso utilizzo degli spazi per migliorare la qualità e il comfort delle strutture. In particolare, per quanto riguarda i consultori (ad oggi 12 per questa Asl di competenza, ndr), la scelta è quella di potenziare i servizi in un’unica sede, attraverso l’accorpamento del consultorio di via Silveri con quello di via Tornabuoni, tenendo conto che la popolazione residente interessata a servizi consultoriali può anche far riferimento al consultorio di viale Angelico, a circa 2 chilometri di distanza, e al punto nascita dell’ospedale Santo Spirito (per la preparazione al parto), a circa un chilometro di distanza”.

“Nell’ottica di garantire la massima diffusione delle informazioni- continua l’azienda sanitaria che insiste su sei municipi (I, II, II, XIII, XIV, XV, ndr)- la Asl Roma 1, così come per altri distretti, ha previsto una serie di incontri pubblici con i cittadini sulla nuova rete dei servizi, basata sul profilo della popolazione residente nei diversi quartieri e sui bisogni di salute, anche emergenti, per fasce di età”.

Le date degli incontri pubblici “saranno comunicate sul portale della Asl Roma 1 e diffuse alla stampa tramite comunicato. Tutto questo- conclude la Asl- si inserisce nel Piano già avviato dalla Regione Lazio per rafforzare la sanità territoriale e investire sulla Rete consultoriale dedicata alla tutela delle donne e dei minori”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it