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Rifiuti, sconto Tari a chi porta gli oggetti a mercati dell’usato

Calcolo dell'impronta ecologica ciò che non si butta porta alla riduzione di esborso

Pubblicato:13-09-2016 13:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:04

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schermo_pc_rifiuti_elettroniciROMA – Istituire un registro nazionale delle reti del riuso – dai mercatini dell’usato alle associazioni ai privati – e calcolare l’impronta ecologico-climatica – l’impatto di ogni singolo oggetto o merce sull’ambiente in termini di energia consumata e CO2 emessa – degli oggetti che in esse si portano a vendere anziché gettarli via, in modo da operare uno sconto sulla tariffa dei rifiuti per chi ne favorisce il riutilizzo perché così facendo inquina meno. Insomma: porti cose che non usi più al mercatino dell’usato riducendo la massa dei rifiuti? Avrai una corrispettiva riduzione sulla tassa per lo smaltimento. E’ il succo – in una sintesi estrema – della proposta di legge targata Pd, primi firmatari i deputati dem Piergiorgio Carrescia, dalle Marche, e Anna Rossomando, dal Piemonte, due regioni che già applicano sistemi simili che premiano i virtuosi della spazzatura (quello in uso a Torino è stato confermato giusto ieri dalla nuova Sindaca Chiara Appendino, mentre la regione adriatica prevede la modulazione del tributo per lo smaltimento in discarica con un criterio di premialità/penalità basato sul superamento degli obiettivi di legge sulla quota di differenziata finalizzata al riciclo).

Incentivare incremento ed emersione di attività di riutilizzo può generare nuovi posti di lavoro, nuova fiscalità locale e centrale, ricchezza e sviluppo locale, segnalano i promotori, il tutto in un settore, quello dell’usato, che ha “luci ed ombre”. Sarà istituito al ministero dell’Ambiente il Registro nazionale delle reti del riuso, prevede la proposta di legge, che comprende la Rete degli operatori privati del riuso e la Rete dei centri comunali del riuso, costituendo così una “rete accreditata”. Gli operatori dovranno disporre di un calcolo della riduzione dell’impatto ambientale associato al riutilizzo del bene ricevuto dal cittadino, anche gratuitamente, per la vendita. Una volta certificati i quantitativi di merce ricevuti, e quindi il valore della CO2 equivalente evitata, incorciando il codice fiscale al Codice Tari si ridurrà l’importo.

Il calcolo dell’impronta ecologica associato all’oggetto, quindi del potenziale benefico del suo riuso, si tradurrà in uno sconto della Tari (Tassa rifiuti) ai cittadini che conferiscono i loro rifiuti-non rifiuti alle reti accreditate, un comportamento virtuoso. Si realizza così anche un criterio di tariffazione puntuale della produzione di rifiuti, vero punto di svolta per il sistema italiano dei rifiuti, tra eccellenze (molte) e disastri (numerosi). La premialità che sarà decisa dal Comune si potrà applicare sia al cittadino che all’esercizio che riceve l’ex immondizia. La possibilità di operare uno sconto, nell’ambito di una riduzione della produzione dei rifiuti, la prevenzione della stessa, è previsto da una norma approvato nel Collegato ambientale.


La proposta di legge coniuga gli obiettivi primari di prevenzione della produzione di rifiuti così come quelli per la decarbonizzazione e dell’integrazione sistemica fra rifiuti_elettronicicittadini, operatori del recupero e soggetto pubblico, premiando chi si impegna. Sarà facolta del Comune interessato deliberare l’entità della riduzione della Tari per i rifiuti non prodotti in seguito del conferimento alla Rete degli operatori privati del riuso e alla Rete dei centri comunali del riuso, e la sua estensione anche agli operatori. Sempre i Comuni dovranno produrre la deliberazione relativa all’entità della riduzione della Tari per ogni kg di CO2 equivalente riservata ai contribuetnti e attestata dagli operatori della rete, oltre al valore massimo applicabile. Il valore in euro della riduzione della Tari dovrà poi essere restituito al contribuente entro 90 giorni dalla comunicazione dei dati da parte della rete.

In Italia sono 100mila le persone che lavorano nel settore dell’usato per un giro d’affari da 18 miliardi. Nel sistema transitano tra le 350mila e le 570mila tonnellate di “non-rifiuti”. Un italiano su due – segnala la rete Onu- Operatori nazionali usato – ha acquistato nell’arco di sei mesi un bene usato, e ogni italiano ha in media 80 oggetti utilizzati in cantina o nell’armadio.

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