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Festivalfilosofia, si rinasce con la libertà: edizione 2021 ‘figlia del Covid’

"Proveremo a 'mappare' come riappropriaci della libertà", appuntamento dal 17 al 19 settembre

Pubblicato:13-07-2021 15:36
Ultimo aggiornamento:13-07-2021 15:36
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ROMA – “Un’edizione figlia del Covid, perchè la libertà è una questione che questo tempo ci ha posto“. Il Festivalfilosofia 2021 torna ad occuparsi di una questione che da molto tempo “non era più nell’hit parade filosofica”. È stata presentata con queste parole, da Michelina Borsari, del Comitato scientifico, nella conferenza stampa di questa mattina a Modena, l’edizione 2021 del Festivalfilosofia, l’appuntamento della tre giorni che da venerdi 17 a domenica 19 settembre animerà le piazze di Modena, Carpi e Sassuolo. “La sospensione di alcune libertà individuali durante la pandemia- ha detto Borsari- ha irritato. Abbiamo obbedito e accettato che fosse subordinata alla sicurezza, su questo dobbiamo stupirci? L’edizione cercherà di renderci consapevoli di questi slittamenti“.

Hanno partecipato alla conferenza gli esponenti del Comitato scientifico, del Consorzio promotore, e le autorità locali delle tre città protagoniste: Davide Dalle Ave, assessore alla cultura di Carpi; Angela Ruini, assessore alla cultura di Sassuolo; e ancora Giuliano Albarani, presidente della Fondazione Collegio San Carlo di Modena; Anselmo Sovieni, presidente del Consiglio direttivo del Consorzio per il Festivalfilosofia e membro del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Cassa di risparmio di Modena e Corrado Faglioni, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. Sono stati svelati i temi e gli approfondimenti che animeranno il programma che ancora una volta vedrà la filosofia e le lezioni magistrali andare insieme con l’arte, tra spettacoli, mostre ed eventi.

“Quest’anno aspetto cognitivo e neuroscientifico” ha spiegato il direttore del Festival, Daniele Francesconi, saranno un po’ il filo conduttore “importante per parlare di vincoli, di abitudine, di conformismo, di tutto quello che ci condiziona. Proveremo a ‘mappare’ come riappropriaci della libertà– ha detto- il programma di Sassuolo sarà tutto orientato sui giovani e su come assumere codici di rottura con le passate generazioni, e poi ancora avremo l’uso della città e il cambiamento rispetto a quanto vissuto nel Covid. E ancora ci sarà il tema della scelta, dell’addomesticamento, e il nesso tra la società digitale e la libertà di espressione”.


Tornerà in presenza e nelle piazze, alla luce delle regole previste dal Covid. Ed è questo un aspetto che ha tenuto a valorizzare il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, che ha ricordato come “il canale youtube del Festival in 2 anni abbia avuto oltre 2 milioni di visualizzazioni, da gennaio 2020”. Un successo che rammenta quanto “sarebbe drammatico non fare questo Festival”. Il presidente del Consorzio, Anselmo Sovieni ha sottolineato come “in questo momento di ripartenza questo appuntamento continui ad essere un punto di riferimento culturale. Abbiamo ospiti internazionali importanti- ha annunciato – ed è un evento che ha un valore scientifico, culturale ma deve essere fruibile, gratuito e riempire le piazze”.

La filosofa Barbara Carnevali del Comitato scientifico ha ricordato quelli che saranno i temi portanti del programma: “Il capitalismo digitale che è poi il trade union con l’edizione dell’anno scorso; e ancora il tema del libero arbitrio e quello istituzionale in cui l’artificio umano serve ad aumentare la libertà; e infine l’autoasservimento e la schiavitù inconsapevole. La mia lezione- ha puntualizzato- sarà sull’autenticità, come non seguire la determinazionale sociale”.

La filosofia ha sempre detto che non si nasce liberi, ma la libertà si costruisce sulla base di potenti condizionamenti. La politica porta ad addomesticare, ma se sono totalmente addomesticato… sono un animale”. È la chiave che il filosofo Massimo Cacciari, del Comitato scientifico del Festival, ha consegnato alla platea dei giornalisti che hanno seguito la conferenza, in presenza o in streaming. È questa la questione cruciale del Festival, sia in una chiave politica sia antropologica. In fondo l’essere umano “è causato, non è causa- ha detto il filosofo- e come tale è per sua natura condizionato”.

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