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Il collettivo Donne InCuranti: “Nessuna norma giustifica la separazione madre-figli”

Lo dichiara alla Dire la sociologa Maria Esposito durante il presidio davanti alla prefettura di Napoli per sostenere il "no" ai prelevamenti forzati di minori

Pubblicato:13-07-2021 13:56
Ultimo aggiornamento:13-07-2021 13:56

protesta donne_prefettura napoli
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NAPOLI – “Siamo molto contente perché questa idea nata da poche donne ha velocemente coinvolto moltissime città, tra cui Napoli. Come collettivo Donne InCuranti, Madri unite, MovimentiAMOci e MaternaMente, abbiamo dato il via alla protesta e oggi siamo qui per consegnare al prefetto un documento, uguale in tutte le città, che chiede al governo, alla ministra Lamorgese, di dire basta ad una azione di separazione di madri e bambini che nessuna legge, neanche la 54 del 2006, può giustificare”. Così alla Dire la sociologa Maria Esposito, del collettivo Donne InCuranti, durante il presidio davanti alla prefettura di Napoli per sostenere il “no” ai prelevamenti forzati di minori ed alle imposizioni violente sulla vita di donne e bambine.

“Noi dobbiamo ribadire – prosegue – che i legami fondanti, quelli tra madre e figlio, devono essere salvaguardati. Nessun bambino deve essere preso dalla polizia e portato violentemente in casa famiglia. La pas non esiste, non esiste questa sindrome che è una invenzione di una cattiva psicologia che gli stessi psicologi hanno definito tale. Il rapporto madre-bambini ha un’importanza fondamentale e, soprattutto nei contesti di violenza, non può essere usato come strumento di separazione”.
Per Esposito “la legge 54 ripristina la patria potestà e la separazione dei bambini dalle proprie madri è uno strumento di ricatto verso le donne per arrivare a richieste impossibili come far vedere il padre a un bambino che lo rifiuta perché ha assistito alla violenza”.

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