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Strage Bologna, il manifesto dei 40 anni: “Organizzata dalla P2, protetta dai servizi”

Presentato il manifesto per il 40esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980

Pubblicato:13-07-2020 10:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:38
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ROMA – “Alla faccia della pista palestinese…”. Con queste parole il presidente dei famigliari delle vittime del 2 agosto, Paolo Bolognesi, mostra questa mattina alla stampa il manifesto per il 40esimo anniversario della bomba alla stazione di Bologna.

“La strage- recita quest’anno il manifesto- è stata organizzata dai vertici della loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti“.


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AVVOCATO FAMIGLIE: COI MANDANTI PUZZLE COMPLETO

La scelta di un manifesto così netto come quello voluto dai famigliari delle vittime per il 40esimo anniversario del 2 agosto 1980, con tanto di riferimento alla P2 e ai servizi segreti, si appoggia sull’esito dell’inchiesta della Procura generale di Bologna sui mandanti della strage. Una “indagine soddisfacente, meticolosa, non ancora conclusa perchè c’è un secondo filone in corso, ma che credo dia al puzzle della strage del 2 agosto dei pezzi fondamentali che fino ad oggi mancavano”, spiega il legale dell’associazione famigliari delle vittime, Andrea Speranzoni, presente accanto al presidente dell’associazione dei famigliari Paolo Bolognesi all’incontro con la stampa tenuto oggi a villa Toschi.

I faldoni dell’inchiesta, sfociata per ora nella richiesta di rinvio a giudizio per Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale, che avrebbe agito in concorso con Licio Gelli e altri, “ci forniscono un quadro esplicativo del finanziamento e dell’organizzazione della strage”, dice l’avvocato dei famigliari, che cita in particolare gli incroci con il crac dell’ex Banco Ambrosiano. “Siamo di fronte ad atti che nella loro oggettiva portata- afferma ancora Speranzoni- ci raccontano una parte che mancava sul 2 agosto 1990, quella dei finanziamenti”.

Il documento cosiddetto ‘Bologna’, con la relativa movimentazione “di quel conto corrente che faceva capo a Licio Gelli”, la Procura generale “l’ha integralmente decrittato alla virgola e al centesimo. Sappiamo a questo punto che il finanziamento dell’operazione eversiva del 1980 è iniziato in una data ben precisa, con un’anticipazione di denaro in data 16 febbraio 1979 e si è conclusa come anticipo il 30 luglio 1980, tre giorni prima dello scoppio. Il saldo di quel pagamento è iniziato con dei versamenti del 22 agosto 1980 e si è concluso nei mesi successivi”. 

I famigliari, presentando oggi il manifesto per la celebrazione del prossimo 2 agosto, si aspettano insomma molto dal processo sui mandanti che potrebbe vedere la prima udienza preliminare già nell’autunno. Speranzoni sottolinea anche l’emergere dagli atti della “non contraddizione tra la compartecipazione di uomini dei Nar, di Terza posizione e di avanguardia nazionale nel progetto stragista dell’80”. Quanto ai “depistaggi orchestrati dal Sismi”, sottolinea il legale, la pista palestinese e la figura di Carlos “vengono introdotti preventivamente alla perpetrazione della strage”.

UN CENTINAIO I FAMIGLIARI DELLE VITTIME PRONTI A COSTITUIRSI PARTE CIVILE

Un centinaio di persone pronte a costituirsi parte civile al futuro processo sui mandanti della strage alla stazione di Bologna. “Si preannuncia una partecipazione importante dei famigliari delle vittime anche a quel processo”, sottolinea ancora l’avvocato Speranzoni. Il fatto che tanti famigliari intendano prendere parte al dibattimento “è importante”, sottolinea il presidente dell’associazione Paolo Bolognesi.

“Poter andare oltre gli esecutori materiali della strage ci riempie di speranza”, afferma il presidente. Il quale, però, torna anche sulla ‘beffa’ della direttiva Renzi sugli atti delle stragi. “Il deposito degli atti da parte della direttiva Renzi è stato un grande bluff perchè oltre ad averci dato carte molto scarse, ce le ha date in gran parte annerite, è chiaro che questo diventa un ostacolo insormontabile alla digitalizzazione e quindi alla possibilità di fare passi avanti”, ad esempio individuando legami tra nomi in diversi documenti. Per Bolognesi “è stata un’altra operazione depistante per quanto riguarda i famigliari. Però come diceva Lidia Piccolini Secci, hanno fatto un solo errore, hanno fatto la strage a Bologna senza tener conto della tenacia dei bolognesi”.

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