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Alitalia, Calenda: “Peggior esito possibile, finirà male”

Per l'ex ministro dello Sviluppo Economico la vicenda Alitalia mette insieme "il peggio della prima e della seconda Repubblica"

Pubblicato:13-07-2019 09:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:31
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ROMA – “L’accordo su Alitalia è il peggior esito possibile. Un misto di nazionalizzazione e progetto Fenice di Berlusconi. Evidenti i conflitti di interesse a partire da Atlantia che fino a ieri Luigi Di Maio considerava il male assoluto. Finirà male per i contribuenti e per la compagnia”. Lo scrive su twitter l’eurodeputato Pd Carlo Calenda.

“Alitalia: il peggio della prima e della seconda Repubblica. Un po’ di storia recente. Su Facebook, Calenda spiega: “Dopo la scelta dei dipendenti Alitalia di bocciare il piano di rilancio predisposto da Ethiad e dalle banche che prevedeva più di un miliardo di nuovi investimenti, abbiamo dotato la compagnia di un prestito ponte per traghettarla alla vendita. La scelta di non farla fallire era motivata dal costo enorme che ne sarebbe derivato per lo Stato tra rimborso dei biglietti venduti, interruzione dei collegamenti e costi sociali”.

“Il percorso identificato- prosegue- era quello già seguito da Swissair. Vendita ad un operatore con mantenimento delle rotte e del logo. Abbiamo sempre escluso nazionalizzazione e la formazione di stravaganti cordate sul modello Berlusconi. È del tutto evidente infatti che in un mercato ipercompetitivo solo un grande operatore può garantire un futuro ad Alitalia. Le trattative in fase avanzata con Lufthansa si sono arenate a causa delle elezioni. Lega e 5S avevano già dichiarato che si sarebbero opposte alla vendita”.


Da allora, continua Calenda, “sono passati molto mesi e sono stati bruciati centinaia di milioni di euro dei contribuenti. Le dichiarazioni di Luigi Di Maio su ‘mai con i soldi degli italiani’ e ‘mai con Atlantia’ si sono rivelate come al solito balle. E ora il Governo del ‘cambiamento’ riesuma il peggio della prima repubblica (la nazionalizzazione) e il peggio della seconda (gli azionisti in conflitto di interesse del progetto Fenice di Berlusconi). Auguri a tutti noi”.

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