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‘Da Mani pulite all’Anac di Raffaele Cantone. Il valore delle regole’ – GUARDA LE INTERVISTE

Guarda le interviste del convegno sul nuovo codice degli appalti al Senato

Pubblicato:13-07-2017 17:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:31

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ROMA – Nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (Senato) si è fatto il punto sulle nuove regole per gli appalti pubblici e sui meccanismi per bloccare la corruzione.

Guarda il video integrale della tavola rotonda

Al convegno, organizzato dal professor Gianluca Maria Esposito, docente di Diritto amministrativo e Direttore della scuola Anticorruzione e appalti pubblici dell’Universita’ di Salerno, hanno partecipato il presidente del Senato Pietro Grasso, la Sottosegretaria Maria Elena Boschi, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, Gianni Letta, Paola Balducci del Csm e il Segretario generale della Cei monsignor Nunzio Galantino.




GALANTINO: PIÙ DELLE LEGGI, SERVE CAMBIAMENTO CULTURALE

“A me sembra che ci sia a livello di sensibilità collettiva una voglia di venir fuori da questo malcostume” che è la corruzione. Lo dice Mons. Nunzio Galantino, segretario generale Cei, a margine della tavola rotonda “Da mani pulite a Cantone: il valore delle regole”, organizzata da Gianluca Maria Esposito professore di diritto amministrativo e direttore della scuola anticorruzione e appalti dell’universita’ di Salerno.

“Purtroppo- continua Galantino- ritarda la realizzazione dei grandi obiettivi verso cui siamo tutti chiamati. Speriamo che si proceda non soltanto a colpi di leggi perché sappiamo tutti che le regole, quando sono farraginose, diventano anche il terreno di cultura della malavita, del malaffare e quindi anche della corruzione. Speriamo nell’impegno delle persone che sappiano che il problema della corruzione è anche culturale”. Anche dal Papa è arrivato un monito forte contro i corrotti, la Chiesa ha una maggiore attenzione verso il problema della corruzione?

“Man mano che andiamo avanti- risponde il segretario Cei- ci rendiamo conto che nessuno può tirarsi fuori da questa realtà: non si può tirare fuori la politica, non si può tirare fuori la scuola, non si può tirare fuori la Chiesa. Per il bene comune bisogna che o siamo coesi oppure perdiamo tempo tutti”.



CANTONE: PER SCONFIGGERE CORRUZIONE SERVE BUROCRAZIA EFFICIENTE

Contro la corruzione “non c’è una soluzione semplicistica, altrimenti l’avrebbero già adottata. Credo piuttosto si debba lavorare in sinergia su tre piani: una repressione che funziona meglio, una prevenzione ben fatta e in questo senso il Codice degli appalti è fondamentale e un’attività educativa come dice monsignor Galantino”. Così Raffaele Cantone, presidente Anac, a margine del convegno in Senato dal titolo ‘Da Mani pulite all’Anac di Raffaele Cantone’.

A chi gli chiede se serva meno burocrazia, Cantone replica che servirebbe “una burocrazia più che altro efficiente. Sono stanco di sentir dire che servono meno leggi. Siamo d’accordo su questo, ma meno leggi non vuol dire che poi stiamo tutti bene. Non è un problema di quantità, ma di qualità”.

Quanto a Mani Pulite, dopo quel periodo “i più ottimisti avevano creduto che si fosse risolto il problema, ma non era così perchè non si era messa in discussione le condizioni che avevano creato la corruzione, tornata in auge dopo un po’”, termina il presidente Anac.



GRASSO: PRIMA MINACCIA ALLA CULTURA DEMOCRATICA

“La legalita’ e’ la forza dei deboli, perche’ e’ lo strumento attraverso il quale si limitano i soprusi dei potenti in favore di equita’ e giustizia. Un Paese civile non puo’ e non deve perdere mai di vista il valore delle regole”. Cosi’ il presidente del Senato Pietro Grasso, nel corso del suo intervento al convegno ‘Da mani pulite a Cantone: il valore delle regole’, organizzata a Palazzo Giustiniani da Gianluca Maria Esposito professore di diritto amministrativo e direttore della scuola anticorruzione e appalti dell’universita’ di Salerno.

“La corruzione e’ la prima minaccia alla cultura democratica di uno stato, uno schiaffo al bene comune, il disprezzo per la cosa pubblica in favore di un interesse particolare”. La cura, dice Grasso, si fonda su “due principi: la necessita’ della semplificazione amministrativa e la certezza delle sanzioni”.



BOSCHI: OK MODIFICHE MA ORA FAR SEDIMENTARE LE REGOLE

Sul Codice degli Appalti “era previsto che entro un anno ci fosse un tagliando di controllo, abbiamo deciso di apportare delle modifiche. Io credo che però sia necessario anche far sedimentarie il sistema delle regole perché cambiare troppo crea incertezza e rende più difficile uniformità delle regole sul territorio”. Lo dice la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi nel corso della tavola rotonda a Palazzo Giustiniani ‘Da mani pulite a Cantone: il valore delle regole’, organizzata da Gianluca Maria Esposito professore di diritto amministrativo e direttore della scuola anticorruzione e appalti dell’universita’ di Salerno.



CESA: FATTI PASSI AVANTI CONTRO CORRUZIONE

“Il fenomeno della corruzione non è debellabile al cento per cento ma negli ultimi anni sono state stabilite tutta una serie di regole ferree e più dure”. Lo dice l’Europarlamentare e segretario Udc, Lorenzo Cesa nel corso della tavola rotonda a Palazzo Giustiniani dal titolo “Da mani pulite a Cantone: il valore delle regole”, organizzata da Gianluca Maria Esposito professore di diritto amministrativo e direttore della scuola anticorruzione e appalti dell’universita’ di Salerno.

Contro la corruzione “sono stati fatti passi avanti consistenti- continua Cesa, occorre continuare. Quindi è importante anche il lavoro che in questo momento sta facendo l’Anac con Cantone, che è quello sempre più di vigilare”. Il nuovo Codice degli appalti, osserva il segretario Udc, “è uno strumento assolutamente utile anche se ha generato nei confronti di chi opera nel settore degli appalti problematiche non relative alla corruzione ma legate alla farraginosità del sistema per poter arrivare a ottenere un appalto. Ma su questo so che c’è la volontà del governo a modificare. Bisogna trovare la giusta misura tra il contrasto fermo alla corruzione e mandare avanti il Paese sul tema della concretezza”.



BALDUCCI: CITTADINI E PA VOGLIONO POCHE E CHIARE REGOLE

Negli ultimi venti anni le regole hanno reso il paese piu’ semplice e trasparente, con meno corruzione? “Non sono convintissima”, risponde Paola Balducci, membro laico del Csm, a margine della tavola rotonda ‘Da mani pulite a Cantone: il valore delle regole’, organizzata a Palazzo Giustiniani da Gianluca Maria Esposito, professore di diritto amministrativo e direttore della scuola anticorruzione e appalti dell’universita’ di Salerno.

Paola Balducci spiega che “il rispetto delle regole e’ fondamentale, ma quando le regole sono troppe, e si modificano in corso d’opera, il cittadino e’ spaesato. Ci vuole un paese piu’ trasparente, con regole poche ed efficaci. Se no anche il cittadino che vuole rispettare la legge, se ha troppi balzelli, alla fine rischia di trovare le strade piu’ semplici. E’ non e’ bene”.

Cantone condanna la tendenza di una parte della pubblica amministrazione a boicottare il codice degli appalti. “Quando le leggi sono complicate, non c’e’ una tendenza a boicottare. E’ che magari spesso- aggiunge Balducci- non si comprendono. Forse poche leggi, chiare e trasparenti, arrivano a far si’ che la pubblica amministrazione, piu’ per paura di sbagliare, di non rispettare bene le regole, non fa gare. Forse poche regole e chiare aiuteranno a far si’ che l’amministrazione abbia il coraggio di osare. Spesso e’ anche un problema di interpretazione di leggi complesse, che vengono applicate in un modo o in un altro. La certezza del diritto vuol dire anche chiare e trasparenza per tutti i cittadini”.

 

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