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Allergie, Siaip: “Evitate ai bambini diete improprie”

  ROMA - “Ai genitori direi di stare attenti

Pubblicato:13-07-2016 12:46
Ultimo aggiornamento:13-07-2016 12:46

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ROMA – “Ai genitori direi di stare attenti a considerare alimentare ciò che alimentare non è. Molto spesso ci troviamo nei nostri ambulatori dei bambini che, per una rinite, per l’asma, per una manifestazione cutanea o intestinale, vengono messi a dieta senza alcun tipo di accertamento, ma sull’ipotesi che ci sia qualcosa di alimentare. I bambini mangiano diverse volte al giorno, facilmente viene incolpato l’alimento e il bambino viene messo a dieta in modo improprio, perchè queste diete poi creano dei problemi nel rapporto con l’alimentazione. Il bambino messo a dieta può diventare bulimico o non mangiare più. Il bambino va messo a dieta se è allergico, ma prima va dimostrato. I genitori consultino il pediatra o i centri allergologici”. L’appello del presidente della Società italiana di Allergologia e Immunologia pediatrica (Siaip), Marzia Duse, è di evitare i rimedi fai da te quando si riscontrano sintomi associabili a un’allergia alimentare nei propri figli.


dieta_bambino“Le patologie di tipo allergico più frequenti- spiega l’esperta, intervista dall’agenzia Dire- sono le riniti, che interessano il 20/30% della popolazione pediatrica. L’allergia, poi, è ancora più frequente: nei Paesi più industrializzati abbiamo dei picchi vicini al 40%. Il 10% dei bambini è colpito dall’asma. Nel primo anno di vita, la dermatite atopica colpisce invece circa il 10% dei bambini. L’allergia alimentare sta aumentando nella popolazione generale, ma soprattutto in quella infantile come anche l’allergia nel caso di punture degli imenotteri”. Lo scenario, dunque, è in continua evoluzione, come cambia anche il modo di sviluppare un’allergia. “Una volta si parlava di marcia atopica- racconta Duse- cioè il bambino iniziava con la sensibilizzazione, e poi progressivamente sviluppava un’allergia tipicamente cutanea nel primo anno di vita, poi passava la dermatite e comparivano la rinite e l’asma. Adesso i bambini sviluppano tutto insieme. E non ci sono studi che dimostrino l’incidenza di determinati fattori come l’ambiente o l’alimentazione”.

Se ancora non sono chiare le cause, e dunque non è possibile fare una prevenzione primaria, si può invece intervenire per limitare lo sviluppo delle allergie con una prevenzione secondaria. “Il nostro intervento è quello di ridurre la carica antigenica- spiega ancora Duse, intervistata dall’agenzia Dire-. Quindi, quando un bambino è allergico a un alimento cerchiamo di eliminarlo o di sensibilizzarlo, dando piccolissime quantità in modo progressivamente crescente, per cercare di renderlo tollerante a questo alimento. Le terapie sono molto diversificate a seconda del tipo di patologia. Diciamo che c’è un minimo comune denominatore che è dato dalla possibilità di intervenire eziologicamente. Quindi quando conosciamo l’allergene responsabile, possiamo intervenire con questa terapia desensibilizzante, che impropriamente chiamiamo ‘vaccinazione‘.

fragole_bambino_allergie_dietePerò ci sono delle limitazioni dovute al fatto che, quando un soggetto è allergico a tanti allergeni è un po’ problematico ‘vaccinarlo’ contro tutti. Poi ci sono i farmaci, che sono fondamentali per contenere i sintomi, soprattutto quando sono stagionali. Il vero problema è legato alla rinite perchè, mentre l’asma preoccupa i genitori che curano i propri figli, spesso questa patologia viene sottovalutata. Questo non va bene perchè il bambino con rinite allergica è un bambino che ha dei grossissimi problemi ambientali e scolastici. Pensate a una rinite stagionale che insorge nell’ultimo quadrimestre, quando uno studente deve rendere al massimo”. Detto ciò, qual è l’atteggiamento del Sistema sanitario nei confronti di queste patologie? “Tutti i farmaci per la rinite non sono rimborsabili e non c’è alcun tipo di esenzione. Eppure- conclude la presidente della Siaip- ci sono studi che dimostrano che il costo della rinite è enorme, soprattutto per le giornate di lavoro perse a causa dei sintomi”.

di Flavio Sanvoisin, giornalista

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