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Potenza: Il robot entra in sala operatoria per garantire sicurezza e precisione

"Si è trattato di un intervento di stabilizzazione vertebrale dorso-lombare, in un caso di frattura vertebrale traumatica- racconta

Pubblicato:13-07-2015 12:58
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:26

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“Si è trattato di un intervento di stabilizzazione vertebrale dorso-lombare, in un caso di frattura vertebrale traumatica- racconta Umberto Godano, direttore del reparto di neurochirurgia del San Carlo, annunciando  che è stato eseguito “con l’ausilio del robot Mazor”.

mazor robot

Il centro neurochirurgico dell’ospedale San Carlo di Potenza è il primo centro nel Sud ed il secondo in Italia ad aver usato questa tecnica innovativa: “costituito da un braccio robotizzato” spiega il neurochirurgo Michele Naddeo,  “viti e barre di sostegno vengono irientate nei corpi vertebraliche in maniera assolutamente precisa. Queste vengono applicate con piccole incisioni cutanee in maniera mini-invasiva, evitando grosse cicatrici e scollamenti muscolari”.  La tecnica robotica, per il direttore del San Carlo, “consente di aumentare l’efficacia e ridurre le complicanze del trattamento e di limitare moltissimo l’esposizione del paziente e degli operatori alle radiazioni, poiché il controllo radiologico intraoperatorio può essere molto ridotto”.


Michele Naddeo, è stato il primo neurochirurgo in Italia ad aver applicato di recente il robot in chirurgia spinale al Cto di Torino. “L’esperienza del reparto neurochirurgico del San Carlo nella chirurgia vertebrale mini-invasiva”, si legge nel comunicato della SINch, Società italiana neurochirurgia, “è ormai consolidata da alcuni anni e comprende l’utilizzo di molte tecniche: stabilizzazione percutanea, trattamenti del dolore e della spasticità e trattamento di discolisi con radiofrequenza.

L’intervento appena eseguito grazie all’impiego di un braccio robotico, costituisce un traguardo fondamentale per la chirurgia italiana e del sud in particolare, grantendo “la massima efficacia e sicurezza terapeutica per i pazienti affetti da patologia vertebrali”, ha concluso Godano.

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