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Incontro Alfonsi-Ama-sindacati: entro luglio il piano industriale a Gualtieri

150 milioni per il rinnovo della flotta, l'ok al piano 2023-2028 entro fine anno

Pubblicato:13-06-2022 16:50
Ultimo aggiornamento:13-06-2022 16:50

tmb rocca cencia
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ROMA – Oltre due ore di incontro. Da una parte le rappresentanze di settore di Cgil, Cisl, Uil e Fiadel, dall’altra l’assessora capitolina ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, il dg e vice dg di Ama, rispettivamente Andrea Bossola ed Emiliano Limiti, e il direttore del dipartimento Rifiuti, Paolo Giacomelli. Al centro il futuro e lo sviluppo di Ama. Una riunione convocata da tempo e dedicata prettamente all’ascolto delle istanze dei sindacati ma dalla quale sono emersi comunque degli spunti interessanti. A partire dalla tempistica della road map che l’azienda municipalizzata e il socio unico intendono rispettare.

Entro luglio il sindaco Gualtieri riceverà il nuovo piano industriale di Ama, che partirà dal 2023 e scadrà nel 2028. Un termine non casuale perché coincide con la fine dell’affidamento diretto del servizio, risalente al 2015, siglato all’epoca dall’amministrazione Marino. Poi, entro la fine dell’anno l’approvazione in aula dello stesso piano industriale insieme al nuovo contratto di servizio (di durata triennale).

Il confronto tra le parti sul dettaglio delle azioni che caratterizzeranno il nuovo piano industriale (e di rilancio) dell’azienda pubblica è rimandato a tra due settimane. Intanto, però, Ama ha fatto capire, secondo quanto apprende l’agenzia Dire, che ci sarà un investimento tra i 13 e i 17 euro per cittadino ogni anno, con un totale complessivo che nell’arco dei 6 anni viaggerà tra i 222 milioni e i 291 milioni circa. 150 di questi saranno dedicati al rinnovo della flotta dei mezzi (ancora non è chiara l’alimentazione, se a metano, elettrici o ancora a diesel). Utilizzando i poteri speciali conferiti al sindaco per il Giubileo, sarà realizzato un impianto di recupero di materia dalle terre di spazzamento. A parte questa “eccezione” anche sul fronte impianti il confronto dovrà entrare nel vivo.


Capitolo raccolta differenziata. Per quanto riguarda lo sviluppo di quella domestica, finalizzata al raggiungimento della crescita di 2 punti percentuali ogni anno, in alcuni quadranti della città il porta a porta sarà potenziato mentre in altri (morfologicamente più complicati) verrà ridimensionato (se non azzerato) per lasciare spazio a cassonetti stradali tecnologicamente più performanti di quelli attuali, incustoditi e dove la raccolta non è tracciabile.

Le cosiddette domus ecologiche sono un’opzione e lo è anche quella di “isole dedicate” dove Ama piazzerà dei grandi contenitori scarrabili (sull’esempio di quelli utilizzati nelle domeniche ecologiche per la raccolta dei Raee e degli ingombranti) e presidiati da personale aziendale dove i cittadini potranno conferire (in giorni e orari prestabiliti) l’umido, la plastica, la carta o l’indifferenziato (a regime si dovrebbe passare dai 9 ritiri al giorno attuali a 5, di cui 2 per l’umido). Tutto ciò allo scopo di aumentare la qualità (e dunque il riciclo) del materiale conferito.

Sul fronte delle utenze non domestiche (esercizi commerciali, uffici etc.) l’intenzione del Campidoglio sembrerebbe essere quella di affiancare all’attività dei raccoglitori (in buona parte ditte private che lavorano in appalto per conto di Ama) il supporto della Polizia Locale, anche per eventuali sanzioni.

“In ritardo rispetto alle tante questioni sul tavolo e dopo la fuga in avanti, che riteniamo sbagliata, sulla scelta di realizzare un termovalorizzatore, finalmente il Comune di Roma, come richiediamo da mesi, ha riaperto il confronto sul piano industriale di Ama e sul contratto dei servizi – ha commentato il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola – All’amministrazione abbiamo chiesto chiarezza sul percorso da seguire. Il sindacato non può essere coinvolto solo per condividere gli aspetti della gestione del ciclo dei rifiuti dove l’amministrazione è più in difficoltà. Abbiamo ribadito come sia indispensabile che si arrivi al più presto alla definizione di un nuovo piano industriale per Ama, sul quale ci aspettiamo una profonda discontinuità rispetto al passato“.

Per il sindacalista ci sono “cinque assi irrinunciabili: una rivoluzione tecnologica a supporto dell’organizzazione del servizio e per ricucire il rapporto con i cittadini; azioni straordinarie per il decoro della città, dando continuità al piano straordinario di pulizia di cui c’è estremo bisogno; assunzioni del personale necessario, invertendo il trend degli anni passati e reinternalizzando i servizi dati in appalto; investimenti su mezzi ma anche su tutte le altre infrastrutture necessarie per la gestione del ciclo dei rifiuti; interventi sulla governance aziendale in chiave industriale”.

Secondo Di Cola, “per rilanciare il servizio e migliorare le condizioni di lavoro degli operatori non è sufficiente investire su Ama, quello porterebbe ad una gestione ordinaria e auspicata ma non permetterebbe di recuperare il tempo perduto rispetto agli altri operatori del settore. Se davvero si vuole fare il salto di qualità, è necessario per noi costituire una multiutility pubblica (di ambito almeno regionale) dell’economia circolare per affrontare le sfide che la transizione ecologica ci impone”. Un soggetto “che punti sulla ricerca, lo sviluppo, l’innovazione, la sostenibilità e lo sviluppo dell’economia circolare a 360 gradi, con una prospettiva che guarda al futuro e che è incompatibile con la scelta del termovalorizzatore che, purtroppo, è ancora sul tavolo della discussione con il Comune”.

Il segretario della Fp Cgil di Roma e Lazio, Giancarlo Cenciarelli, sperava “in un incontro che fosse molto più concreto. Ci saremmo aspettati, preliminarmente, una presa di distanza forte, da parte del Comune, da chi, ogni giorno, predica di privatizzare interi municipi, invece su questo e su temi puntuali l’Amministrazione non è stata esaustiva”. “Va benissimo raccontare la visione del servizio del futuro ma riteniamo indispensabile avere, da subito, gli spazi di confronto sullo sviluppo dell’Azienda, su come riorganizzarla e su come si intende cambiare l’organizzazione del lavoro, puntando ad una modernizzazione tecnologica di tutto il ciclo, ad iniziare dalla raccolta e non solo dagli aspetti amministrativi – ha concluso Cenciarelli – Auspichiamo che nel prossimo incontro, calendarizzato per il 27 giugno, si abbia modo di avere le risposte che oggi sono mancate”.

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