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Comunali Roma, da Gualtieri a Franceschini: show di Marino contro Pd

In un comizio a sostegno di Giovanni Caudo, Ignazio Marino non risparmia critiche al Pd: "Gualtieri? Candiderà quelli che sono andati dal notaio"

Pubblicato:13-06-2021 11:03
Ultimo aggiornamento:13-06-2021 11:03

IGNAZIO MARINO
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ROMA – Ignazio Marino torna a Roma per sostenere Giovanni Caudo alle primarie del centrosinistra e l’incontro in piazza Conca d’Oro si trasforma in uno show contro il Partito democratico. Ne ha per quasi tutti Marino, a partire dal candidato alle primarie in quota Pd, Roberto Gualtieri. “Non lo vedo da tanto tempo e non conosco la sua cartella clinica, ma mi ricordo che faceva parte di quella corrente piccoli orchi, piccoli turchi, giovani turchi… Se qualcuno deve chiedere scusa credo sia proprio lui, poi se non se lo ricorda è un problema suo”, dice Marino.

Che poi aggiunge: “Candiderà molti di quelli che sono andati dal notaio”, riferendosi alla vicenda delle sue dimissioni da sindaco di Roma. Dopo di lui ci furono altre primarie, che l’ex Marziano oggi non risparmia. “Quel candidato, come si chiama? Roberto Giachetti?- dice con un po’ di sarcasmo- Ho letto che alle primarie a cui partecipò vincendole c’erano stati 30mila votanti e 5mila schede bianche. Ma immaginate le persone che vanno alle primarie e fanno scheda bianca? È chiaro che le hanno messe dentro le urne, ma è chiaro che c’erano non più di 20mila votanti“.

Tant’è, di Renzi ricorda “la battuta su Franceschini che avrei sempre voluto fare io: ‘La maggioranza si capisce da dove si va a sedere Franceschini’“. Il ministro della Cultura, dice, “è veramente il migliore. Viene da una scuola di democrazia cristiana che non lo frega nessuno”. E poi Lorenza Bonaccorsi, di cui Marino dice: “Ha una carriera specchiata: era stata assunta all’Auditorium Parco della Musica perché era amica di Bettini, di Gentiloni, due o tre giorni dopo che il Parco della Musica è stato inaugurato e credo, ma bisognerebbe verificarlo, che stia ancora in aspettativa”.


E se per Caudo “è necessario sciogliere il nodo che c’è dietro” alla decisione di mandare via Marino dal Campidoglio, per quest’ultimo “ciò che ha determinato il mio allontanamento è il fatto che i partiti, in quel caso il Pd, se ti presenti come sta facendo Giovanni dicendo di voler fare bene quel lavoro fuori dalle amicizie, ti applaudono perché è campagna elettorale. Poi quando finisci la campagna elettorale ti chiedono di assumere questo o quello“.

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