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Elettrosmog, a Bologna ripetitore bloccato perchè “non c’è scritto sul giornale”

Uno a zero per i residenti di via Foscherara a Bologna

Pubblicato:13-06-2018 14:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:15
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BOLOGNA – “Perchè nessuno ci ha detto cosa stanno montando quegli operai?”. È con questa domanda, rivolta al Comune di Bologna, che i cittadini di via Foscherara hanno ‘scoperto’ un modo per rallentare progetti di costruzione approvati dall’amministrazione, ma non notificati “in modo ampio” alla cittadinanza. Il caso è quello del nuovo ripetitore di telefonia mobile, che si stava costruendo in via Foscherara, accanto a quello già esistente. I cittadini preoccupati dal nuovo cantiere si sono rivolti direttamente al Comune chiedendo spiegazioni.

Nessuno li aveva informati“, racconta Nicola Stanzani, capogruppo di Insieme Bologna al Savena; il gruppo civico ha subito affiancato le rimostranze dei residenti e sostenuto la loro richiesta di fare chiarezza. Ebbene, “dopo aver fatto una serie di ricerche abbiamo avuto conferma che sull’arrivo del nuovo traliccio il Comune non aveva provveduto a informare i cittadini nel modo adeguato“, continua il capogruppo. Cosa si intenda per ‘modo adeguato’ è scritto sulla legge 30/2000 che regola i piani comunali: “L’amministrazione deve provvedere alla pubblicazione su un quotidiano ad ampia diffusione locale la presentazione di nuovi progetti, dandone quindi notizia alla cittadinanza”. Peccato che “non c’è stato nessun quotidiano che lo ha fatto”, spiega Stanzani, e per questo “abbiamo presentato un’interrogazione all’amministrazione chiedendo spiegazioni”. Il Comune ha risposto “che la notizia era stata comunque pubblicata sul loro sito ufficiale“, e quindi “si dava comunicazione alla cittadinanza”. Ma ai residenti non è bastato e sono riusciti a impedire (per il momento) l’installazione della nuova radiobase.

Nella risposta all’interrogazione di Insieme Bologna, Palazzo D’Accursio dice che “intende proporre a Vodafone di rinunciare alla domanda di nuova installazione e in via residuale, di utilizzare per l’installazione delle antenne, le strutture già esistenti (di proprietà di WindTre)”. Insomma, uno a zero per i residenti della zona che, non sentendosi abbastanza coinvolti dall’amministrazione e con la loro curiosità, hanno trovato una via alternativa per impedire, o rallentare, lavori di costruzione approvati ma non resi pubblicamente noti e diffusi in modo ampio.


di Sara Forni


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