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Vaccini, la Regione Veneto impugna l’obbligo. Zaia: “Ma non siamo contro”/FT e VD

Il Veneto è l'unica Regione in Italia in cui non c'è l'obbligo vaccinale dal 2007, la copertura è del 92,6%

Pubblicato:13-06-2017 12:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:20

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Zaia e l’assessore Coletto

VENEZIA – La giunta Zaia, all’unanimità, ha dato mandato formale agli avvocati della Regione di studiare il decreto statale che impone l’obbligo vaccinale per impugnarlo davanti alla Corte Costituzionale. “Noi non siamo contro i vaccini, anzi, ma non approviamo alcuni aspetti di questo decreto che va oltre l’obbligo perché introduce multe, segnalazioni in Prefettura e tutta una serie di altre misure coercitive”, spiega il governatore del Veneto Luca Zaia. La sua è l’unica Regione in Italia in cui non c’è l’obbligo vaccinale dal 2007, ed è la sola dotata di un registro vaccinale digitale che permette di avere dati in tempo reale; ha una copertura vaccinale del 92,6%. E ciò dimostrerebbe, è la tesi, che una chiara informazione in grado di creare una cultura e una consapevolezza dei vaccini può ottenere risultati migliori dell’obbligo, ma non solo. Il Veneto “ha dimostrato che l’obbligatorietà non risolve problemi di dialogo con le famiglie, perché al di là dati scientifici l’istinto di una mamma rimane l’istinto di una mamma”. E ora molte mamme sono preoccupate e, senza le dovute risposte, un obbligo così invadente rischia di ottenere un effetto contrario.

“Le mamme si stanno organizzando per fare dei nidi domiciliari. È l’inizio della fuga, rischiamo la caccia alle streghe“, interviene l’assessore alla Sanità Luca Coletto, convinto che l’obbligatorietà possa al limite attivarsi sotto certe soglie, ma non possa in alcun modo essere una valida soluzione. E poi 12 vaccini sono tanti, e “fanno nascere inquietudine tra i cittadini. È un’obbligatorieta estrema che causerà un abbandono maggiore“, rincara Zaia. “Da noi il sistema di non obbligatorietà funziona e ci dà dati chiari. I vaccini sono gratuiti come tutte le informazioni”. E ciò pone il Veneto più vicino all’Unione europea.

In Europa 15 paesi non hanno l’obbligo, e sono Paesi di riferimento come Germania, Spagna e Regno Unito”, evidenzia Zaia. Inoltre, il decreto è complicatissimo, prevede procedure burocratiche inapplicabili nei tempi previsti, e per molto aspetti pare in contrasto con la Costituzione. Infatti, “l’impugnativa si fa su tutta una serie di fronti”. Per cominciare, “è lesa l’autonomia di una Regione che ha un piano di vaccinazione e un rapporto con i cittadini”, e poi “le multe sono sperequative, perché questa legge dice che se tu hai 7.500 euro da spendere puoi scegliere di non vaccinare tuo figlio, mentre se non ce li hai sei obbligato a farlo”. Quindi il mandato all’avvocatura è stato dato ed “nel giro di una settimana, massimo 15 giorni, presenteremo un’impugnativa storica“. Impegnativa che, avverte Zaia, attaccherà direttamente il decreto già approvato dal Governo senza attendere la sua conversione in legge, che dovrebbe arrivare entro 60 giorni. Intanto, però, il decreto è in vigore e a settembre i bimbi che inizieranno la scuola dovrebbero, obbligatoriamente, essere vaccinati. “In ogni caso non riusciamo ad adeguarci in tempo, le procedure sono complicatissime e io mi rifiuto di iniziare una guerra con i cittadini“, conclude il governatore, ribadendo che “il modello veneto dovrebbe replicato dallo stato”.


di Fabrizio Tomassini, giornalista

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